L'epigrafe tombale presso il Cimitero monumentale di Vicenza
La memoria dell'archeologa e, già professoressa al liceo Pigafetta di Vicenza, è anche associata alla grande scoperta dell'iscrizione di Ponzio Pilato a Cesarea Marittima, avvenuta nel giugno del 1961.
Maria Teresa ebbe l'occasione di
raccontare come fu scelta, nel 1961 per partecipare a questa impresa. Bisogna
rileggere il principio dell'articolo che ella scrisse per la «Miscellanea» che
fu offerta nel 1969 a
A. Calderini: «Sono già passati otto anni da quando, il 25 aprile 1961, il professor
A. Calderini - di cui ero guida discreta durante una visita della mia citta -
mi propose di prendere parte alla Missione Archeologica Italiana di Cesarea in
Israele, dove il prof. Frova attendeva chi potesse aiutarlo durante la lunga campagna di
scavo. Se è inutile dire l'entusiasmo della mia risposta, è importante invece che io
esprima la gratitudine al prof. Calderini, perché a lui devo la mia esperienza
archeologica di anno in anno aumentata attraverso le numerose campagne di scavo
in Israele e in Siria».
La pietra che Ponzio Filato aveva
fatto scolpire per la dedicazione del monumento da lui ordinato a Cesarea in
onore all'imperatore Tiberio era stata trovata nel settore nord del Teatro,
dove (brutalmente segata dopo la distruzione del «Tiberieum») era stata
reimpiegata per riparare uno dei gradoni più bassi.
14 giugno 1961. Maria Teresa Fortuna mentre legge l'iscrizione a Cesarea Marittima
La scoperta ebbe luogo il 14
giugno 1961. Un mese dopo, il 19 luglio, Maria Teresa così scriveva da Akko ad uno dei
suoi amici (il prof. A. Traina),
dandogli sulla famosa iscrizione i dettagli che egli le aveva richiesti: «L'iscrizione
è stata trovata reimpiegata come primo scalino nella prima scala di accesso
alla cavea nord. Io, con tutti gli altri, ci avevo camminato sopra per più
giorni, ignoranti (e incauti) tutti, di posare i piedi su nomi e fatti
celeberrimi. Poi, dopo una accurata pulizia, abbiamo scoperto alcune lettere e
poi tutta l'iscrizione. Ma ti assicuro che nessuno l'aveva presa in grande
considerazione; soltanto io ho insistito per farla portare subito a casa. Il
giorno successivo, con Frova (ndr, direttore della missione archeologica italiana), sono andata a
Gerusalemme...».
Solo qualche anno più tardi,
mentre Maria Teresa si trovava in Siria, appariva sul Gazzettino di Venezia dell'11
agosto 1965 un suo lungo articolo sull'inaugurazione del Museo di Gerusalemme
(lei stessa ne fece un riassunto per la rivista «Humanitas» di quell'anno, pp.
928-931). Nell'articolo M.T. descriveva anzitutto il luogo scelto per
costruirvi il Museo; ed illustrava poi le varie sezioni dell'edificio,
spiegandone - secondo il proprio senso estetico - le diverse caratteristiche
architettoniche. Annotava successivamente quanto esposto in ciascuno dei
saloni, soffermandosi in particolare sui manoscritti scoperti presso il Mar
Morto, e concludeva infine così: «Non posso non provare un senso di profonda commozione
quando mi trovo davanti alla iscrizione di Ponzio Filato, trovata durante gli
scavi al teatro di Cesarea il 14 giugno 1961, quando io stessa facevo parte di
quella missione archeologica. Da allora, molto fu scritto e discusso su quella
pietra calcarea, in parte rilavorata ma chiara alla lettura, che per la prima
volta ha fatto conoscere su un iscrizione il nome quotidianamente ripetuto nel
Credo, la nostra toccante preghiera. Così l'altissimo interesse scientifico in
questa testimonianza si permea di commozione, e apre il pensiero a elevate riflessioni,
ponendoci spiritualmente in ginocchio di fronte al mistero più ricco di
contenuto del divino sacrificio»
Il teatro di Cesarea oggi, luogo del ritrovamento dell'iscrizione nel 1961
Negli ultimi anni questa iscrizione, assieme ad altri ritrovamenti quali un sigillo per documenti e alcune monete, un strada probabilmente risistemata dal rappresentante di Roma, hanno ridestato l'interesse per il procuratore romano Ponzio Pilato che fu in servizio a Gerusalemme e in Giudea dal 26 al 36 d.C.
(tratto da: ACCADEMIA OLIMPICA “Scritti e memorie di Maria Teresa Fortuna
Canivet” a cura di Pierre Canivet e Giorgio Oliva, Vicenza 1986,
pagg.22-25, con modifiche e aggiunte)
Gianantonio Urbani