Giorno d'immensa gioia
nella città di Dio:
la fiamma dello Spirito
risplende nel cenacolo.
Si rinnova il prodigio
degli antichi profeti:
una mistica ebbrezza
tocca le lingue e i cuori.
O stagione beata
della Chiesa nascente,
che accoglie nel suo grembo
le primizie dei popoli!
E' questo il giubileo
dell'anno cinquantesimo,
che riscatta gli schiavi
e proclama il perdono.
Manda su noi, Signore,
il dono del tuo Spirito,
concedi al mondo inquieto
la giustizia e la pace.
O luce di sapienza,
rivelaci il mistero
del Dio trino ed unico,
fonte d'eterno amore. Amen.
Con questo inno di gioia, nell'ora delle lodi del mattino, la Chiesa ci invita a rallegrarci nel Signore per il dono dello Spirito Santo e ci chiede l'impegno di pregare ed affidare questo nostro mondo alle cure divine della giustizia e della pace.
Come circa 2000 anni fa' gli Apostoli, tutti insieme, hanno ricevuto doni inestimabili, così anche noi oggi invochiamo il "Consolatore" per tante situazioni bisognose di guarigione, di pace, di amorevolezza, di forza e di magnanimità.
Leggiamo la testimonianza di Luca evangelista nel testo degli Atti degli Apostoli.
At 2, 1-11
Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.
Dagli atti degli apostoli
Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.
Dagli atti degli apostoli
Mentre stava
compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso
luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte
impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di
fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati
di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo
Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
Nella cartina, segnato con la X, è il quartiere di Sion, luogo del Cenacolo.
Buona Pentecoste a tutti!
Nessun commento:
Posta un commento