giovedì 20 dicembre 2012

O CLAVIS DAVID....O Chiave di Davide...


O Clavis David

et sceptrum domus Israel,

qui aperis et nemo claudit,

claudis et nemo aperit:

veni et educ, victum de domo

carceris, sedentem in tenebris

et umbra mortis.



O Chiave di Davide

e scettro della casa d’Israele,

che apri e nessuno può chiudere,

chiudi e nessuno può aprire,

vieni: libera l’uomo prigioniero,

che giace nelle tenebre

e nell’ombra di morte.


"Nonostante il re Davide fosse peccatore, lo stesso fu posto a governare il popolo di Israele.
A questo suo essere re, sono significative le parole che Maria ode nell'annunciazione: "Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine" (Lc 1,32-33). Questo, dunque, non è soltanto il regno terreno di Davide, che ebbe fine. E' il regno di Cristo, che non conosce termine, il regno eterno, il regno della verità, dell'amore e della vita eterna".
(Giovanni Paolo II Omelia 22 Novembre 1998, Solennità di Cristo Re, 2)
A Gerusalemme, da anni oramai, continuano gli scavi presso la città di Davide, in quella porzione di terra che si trova a sud delle mura più moderne di Solimano il Magnifico. Questo “ofel” (spalla in ebr.) dell’area, tra la valle del Tyropeion e la valle del Cedron, si presenta come un grande cantiere di studio a cielo aperto sulla collocazione della residenza del re Davide. Ci hanno scavato archeologi d'eccellenza come A. Shiloh, K. Kenyon, B. Mazar e hanno messo in luce molte strutture antiche sia della città gebusea che quella israelita fino ai recenti scavi con le tracce della presenza romana.
La prima foto agli inizi del '900, la seconda recente. Tutte e due indicano il luogo ipotizzato della città gebusea.

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