Desidero ringraziare il Signore Dio per la vita di p. Michele Piccirillo e per tutta la sua opera straordinaria di archeologo, geografo e frate di Terra Santa. Oggi, a 8 anni dalla sua dipartita verso il Cielo, è più che mai attuale il messaggio che ci ha lasciato in seno allo Studium Biblicum e al mondo accademico in generale: amare le Scritture e la storia in esse contenuta per amare Dio e il prossimo che incontriamo sul cammino. Recentemente sono stato impegnato nello scavo di Macheronte (Giordania) e risiedevo presso il Monte di Mosé (Monte Nebo) presso il Convento francescano. Là p. Michele è sepolto. Ancora oggi, appena inaugurata la nuova basilica, quasi tutto parla di lui e della sua opera incredibile ed unica, di storico, geografo, archeologo e testimone dell'amore di Dio attraverso le pietre. Ricordo quel giorno delle esequie a Roma e vorrei riportare uno stralcio dell'omelia pronunciata da p. Frédéric Manns dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme:
“Padre Michele quando
si presentava ai giornalisti ripeteva volentieri: sono un padre francescano di
Gerusalemme. Essere professore ed archeologo era per lui secondario. La sua
vocazione era di essere un francescano a Gerusalemme. In questa definizione era
contenuta la sua fede, la sua visione del mondo e la sua teologia.
Sabato scorso il sinodo
dei vescovi che trattava il tema della Bibbia finiva i suoi lavori. La notte
tra sabato e domenica, Padre Piccirillo, che aveva finito da alcuni mesi il suo
ultimo libro sulla Nova Gerusalemme partiva per la Gerusalemme celeste. Ho
voluto ricordare questo legame tra il sinodo sulla Bibbia e la Pasqua di Padre
Michele perché egli stesso era un innamorato della Bibbia. In una conferenza
fatta a Torino nel 2004 egli scriveva: “Esistono molti modi per accostarsi alla
Bibbia e per ricavarne il messaggio; oggi vi parlerò di un modo tutto
particolare: è quello di chi, come me, svolge la professione di geografo –
archeologo. Secondo il punto di vista di chi si occupa di queste discipline, la
Bibbia è un libro dell’antichità di cui si può dare una "lettura
materiale", che accantona per un momento il racconto e dà la priorità allo
studio dei luoghi e dei fatti storici: la raccolta dei dati inerenti luoghi e
fatti permetterà poi di intendere con maggiore esattezza il significato del
testo biblico”.
Riposa in pace caro Michele e veglia su di noi da lassù.
DG