Visibile sul sito
della Fondazione Aquileia (http://www.fondazioneaquileia.it) e sul canale Youtube
il video della ricostruzione virtuale della Basilica di Aquileia
in epoca costantiniana realizzata da Altair4 per la Fondazione Aquileia grazie
al contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e alla
collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del FVG e
dell’Arcidiocesi di Gorizia.
Fino al 17 marzo 2013, inoltre, il video sarà anche tra i protagonisti della grande mostra, progettata e ideata dal Museo Diocesano di Milano e curata da Gemma Sena Chiesa e Paolo Biscottini, che celebra a Palazzo Reale di Milano l’anniversario dell’emanazione dell’Editto di Costantino nel 313 d.C.
«Il lavoro di ricostruzione virtuale del complesso teodoriano – sottolinea il presidente della Fondazione Aquileia Alviano Scarel - rappresenta una delle modalità che le nuove tecnologie ci offrono per far capire meglio, alle centinaia di migliaia di visitatori che ogni anno raggiungono Aquileia, come si presentavano i grandi edifici della città antica. Una necessità assoluta: il più importante sito archeologico dell’alta Italia deve non solo essere indagato con gli scavi e conservato con i necessari restauri ma deve presentarsi come elemento attivo e virtuoso nella diffusione della cultura, mostrarsi in grado di trasmettere alla collettività la curiosità, l’interesse e il desiderio di conoscere come si viveva qui 2000 anni fa».
«Abbiamo aderito da subito con convinzione alla proposta di partecipare alle celebrazioni costantiniane a Milano e ci è sembrato giusto - sottolinea Gianni Fratte, direttore della Fondazione Aquileia - rendere omaggio alla basilica di Aquileia, uno dei luoghi di culto costantiniani meglio conservati, rendendo fruibile a tutti – come è nella mission della Fondazione - la sua architettura dell’epoca avvalendoci delle nuove tecnologie e anticipare così le celebrazioni dell’Editto che nel 2013 si sposteranno ad Aquileia e avranno come punto focale l’antico complesso basilicale».
«La ricostruzione virtuale della Basilica di Aquileia in epoca costantiniana si fonda su dati che, per quanto frammentari – spiega l’archeologo Cristiano Tiussi - derivano da fortunate coincidenze, e, in particolare, dalla modalità di demolizione delle sue strutture avvenuta a partire dalla metà del IV secolo quando le aule di culto della Basilica erano diventate insufficienti a contenere la comuntà cristiana di Aquileia. I resti trovati nel corso degli scavi di fine Ottocento e primo Novecento concorrono a delineare quasi nella sua completezza la fisionomia architettonica del complesso: le strutture murarie, in parte riutilizzate nelle fasi successive del complesso basilicale, gli splendidi mosaici pavimentali, conservati perfettamente soprattutto nelle due aule di culto, i lacerti di decorazione parietale, in parte ancora aderenti alle pareti, in parte recuperati dai livelli di demolizione sopra i mosaici».
«L’architettura è stata ricostruita sulla base degli elementi superstiti e dei rilievi planimetrici, mentre per le strutture circostanti (horrea e domus) si è operato per analogie tipologiche in relazione allo sviluppo planimetrico derivante dai rilievi. Per gli interni – chiarisce Stefano Moretti di Altair4, che ha curato la ricostruzione virtuale - la ricomposizione degli affreschi parietali è stata realizzata per estensione e completamento della fascia inferiore superstite che ci ha restituito la metrica dei moduli e l’alternanza dei temi e dei colori, allo stesso modo in cui la ricomposizione dei motivi architettonici nella fascia sommitale ha seguito gli stilemi classici delle pitture con elementi e proporzioni ricavate dai lacerti di trabeazione dipinta superstiti, mentre nella ricostruzione degli elementi musivi delle pavimentazioni si è operato per similitudine con gli elementi tuttora presenti in situ ricostruendo un fotopiano ad altissima risoluzione formato da decine di fotografie dei singoli riquadri».
Una situazione della ricerca archeologica dunque assolutamente straordinaria, che ha permesso una ricostruzione assai verosimile di un contesto ecclesiale di età costantiniana.
Fino al 17 marzo 2013, inoltre, il video sarà anche tra i protagonisti della grande mostra, progettata e ideata dal Museo Diocesano di Milano e curata da Gemma Sena Chiesa e Paolo Biscottini, che celebra a Palazzo Reale di Milano l’anniversario dell’emanazione dell’Editto di Costantino nel 313 d.C.
«Il lavoro di ricostruzione virtuale del complesso teodoriano – sottolinea il presidente della Fondazione Aquileia Alviano Scarel - rappresenta una delle modalità che le nuove tecnologie ci offrono per far capire meglio, alle centinaia di migliaia di visitatori che ogni anno raggiungono Aquileia, come si presentavano i grandi edifici della città antica. Una necessità assoluta: il più importante sito archeologico dell’alta Italia deve non solo essere indagato con gli scavi e conservato con i necessari restauri ma deve presentarsi come elemento attivo e virtuoso nella diffusione della cultura, mostrarsi in grado di trasmettere alla collettività la curiosità, l’interesse e il desiderio di conoscere come si viveva qui 2000 anni fa».
«Abbiamo aderito da subito con convinzione alla proposta di partecipare alle celebrazioni costantiniane a Milano e ci è sembrato giusto - sottolinea Gianni Fratte, direttore della Fondazione Aquileia - rendere omaggio alla basilica di Aquileia, uno dei luoghi di culto costantiniani meglio conservati, rendendo fruibile a tutti – come è nella mission della Fondazione - la sua architettura dell’epoca avvalendoci delle nuove tecnologie e anticipare così le celebrazioni dell’Editto che nel 2013 si sposteranno ad Aquileia e avranno come punto focale l’antico complesso basilicale».
«La ricostruzione virtuale della Basilica di Aquileia in epoca costantiniana si fonda su dati che, per quanto frammentari – spiega l’archeologo Cristiano Tiussi - derivano da fortunate coincidenze, e, in particolare, dalla modalità di demolizione delle sue strutture avvenuta a partire dalla metà del IV secolo quando le aule di culto della Basilica erano diventate insufficienti a contenere la comuntà cristiana di Aquileia. I resti trovati nel corso degli scavi di fine Ottocento e primo Novecento concorrono a delineare quasi nella sua completezza la fisionomia architettonica del complesso: le strutture murarie, in parte riutilizzate nelle fasi successive del complesso basilicale, gli splendidi mosaici pavimentali, conservati perfettamente soprattutto nelle due aule di culto, i lacerti di decorazione parietale, in parte ancora aderenti alle pareti, in parte recuperati dai livelli di demolizione sopra i mosaici».
«L’architettura è stata ricostruita sulla base degli elementi superstiti e dei rilievi planimetrici, mentre per le strutture circostanti (horrea e domus) si è operato per analogie tipologiche in relazione allo sviluppo planimetrico derivante dai rilievi. Per gli interni – chiarisce Stefano Moretti di Altair4, che ha curato la ricostruzione virtuale - la ricomposizione degli affreschi parietali è stata realizzata per estensione e completamento della fascia inferiore superstite che ci ha restituito la metrica dei moduli e l’alternanza dei temi e dei colori, allo stesso modo in cui la ricomposizione dei motivi architettonici nella fascia sommitale ha seguito gli stilemi classici delle pitture con elementi e proporzioni ricavate dai lacerti di trabeazione dipinta superstiti, mentre nella ricostruzione degli elementi musivi delle pavimentazioni si è operato per similitudine con gli elementi tuttora presenti in situ ricostruendo un fotopiano ad altissima risoluzione formato da decine di fotografie dei singoli riquadri».
Una situazione della ricerca archeologica dunque assolutamente straordinaria, che ha permesso una ricostruzione assai verosimile di un contesto ecclesiale di età costantiniana.
Fonte:
www.archeomedia.net
molto bella la ricostruzione!
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