venerdì 2 marzo 2012

Una vita da "sentinelle"...

In un tempo come questo, con tante incognite ed il futuro incerto, bisogna ritornare a domandare, a porre domande serie e profonde sull'uomo, su Dio, sulla vita e la morte...
Ecco la Parola di Dio in Isaia, commentata e canzonata dal grande Francesco Guccini.



Dal Libro del Profeta Isaia 21,11-12

11 Oracolo sull’Idumea.
Mi gridano da Seir:
«Sentinella, a che punto è la notte?
Sentinella, quanto resta della notte?».
12 La sentinella risponde:
«Viene il mattino, poi ancora la notte;
se volete domandare, domandate,
convertitevi, tornate!».
 
“Un verso di Isaia (capitolo 21, versetti 11 e 12), shomér ma mi-llailah è alla base della canzone omonima. Il verso è misterioso. Significa: “Sentinella, a quanto della notte, a che punto è la notte?” Isaia, uno di quei profeti che minacciano in continuazione e lanciano fuoco e fiamme, all’improvviso si lascia andare in questo verso bellissimo e altamente poetico, di grande speranza. La sentinella risponde: “La notte sta per finire ma l’alba non è ancora arrivata. Tornate, domandate, insistete”.
“C’è sempre stata, pudica, sottile, nelle mie canzoni, una domanda sull’infinito, sul senso ultimo delle cose. Ma da agnostico, da vago panteista e spiritualista quale sono, da uomo che non crede nell’esistenza dell’anima ma forse coglie un fondo di infinitezza, di immortalità nel nostro destino, mi fermo alla domanda, all’interrogativo. L’importante è, però, che questa domanda non cessi mai, perché è uno dei sintomi preziosi della nostra vitalità come uomini.”

Francesco Guccini – Shomèr ma mi-llailah

La notte è quieta senza rumore, c’è solo il suono che fa il silenzio
e l’ aria calda porta il sapore di stelle e assenzio,
le dita sfiorano le pietre calme calde d’ un sole, memoria o mito,
il buio ha preso con sè le palme, sembra che il giorno non sia esistito…
Io, la vedetta, l’ illuminato, guardiano eterno di non so cosa
cerco, innocente o perchè ho peccato, la luna ombrosa
e aspetto immobile che si spanda l’ onda di tuono che seguirà
al lampo secco di una domanda, la voce d’ uomo che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell…

Sono da secoli o da un momento fermo in un vuoto in cui tutto tace,
non so più dire da quanto sento angoscia o pace,
coi sensi tesi fuori dal tempo, fuori dal mondo sto ad aspettare
che in un sussurro di voci o vento qualcuno venga per domandare…
e li avverto, radi come le dita, ma sento voci, sento un brusìo
e sento d’ essere l’ infinita eco di Dio
e dopo innumeri come sabbia, ansiosa e anonima oscurità,
ma voce sola di fede o rabbia, notturno grido che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell…

La notte, udite, sta per finire,
ma il giorno ancora non è arrivato
sembra che il tempo nel suo fluire resti inchiodato.
Ma io veglio sempre, perciò insistete,
voi lo potete: ridomandate!
Tornate ancora se lo volete, non vi stancate!
Cadranno i secoli, gli dèi e le dee,
cadranno torri, cadranno regni
e resteranno di uomini e idee polvere e segni.
Ma ora capisco il mio non capire,
che una risposta non ci sarà
che la risposta sull’avvenire
è in una voce che chiederà:

- Shomér ma mi-llailah?
Shomér ma mi-lell?
Shomér ma mi-llailah, ma mi-lell?

Ed ecco il video:

 


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