martedì 9 ottobre 2018
INIZIATO L'ANNO ACCADEMICO ALLO STUDIUM BIBLICUM FRANCISCANUM DI GERUSALEMME
Per chi desidera seguirci, ecco il nostro sito: http://www.sbf.custodia.org/
RICORDANDO LA TRAGEDIA DEL VAJONT
Per non dimenticare che 55 anni fa a Longarone e dintorni è avvenuta una grave tragedia. Su di essa è stato scritto moltissimo, si sono fatti processi e dibattimenti, sono dipartite verso il Cielo quasi 2000 persone. Ancora oggi, oltre alla ferita umana lasciata, vi è la ferita del monte Toc e l'archeologia industriale di un sistema in abbandono nella valle del Vajont.
sabato 18 agosto 2018
RICORDO DEL PROF. KHALED AL-ASAAD A TRE ANNI DALLA MORTE
In memoria
del professor Khaled al-Asaad a tre anni dalla morte
Il 18 agosto 2015
è stato un giorno bruttissimo per l’archeologia delle terre bibliche, le truppe
dell’IS hanno ucciso il professor Khaled Al-Asaad, uno dei più grandi
conoscitori e custodi di Palmyra e del contesto culturale ed archeologico della
Siria. Il The Guardian riferisce che
fu paragonato al prof. Howard Carter, lo
scopritore della tomba di Tutankhamun. Per più di 40 anni fu il direttore delle
antichità archeologiche di Palmyra perché lui era originario di questa
magnifica città di Oriente. La sua presenza non è venuta meno quando nel 2003
si ritirò per raggiunti limiti di età.
Il
patrimonio portato alla luce da Khaled è immenso e fu sempre strenuo difensore
del sito di Palmyra e di tutte le antichità universalmente condivise come
patrimonio di tutto il mondo. La sua competenza e la sua passione sono servite
moltissimo sia all’UNESCO sia alla Commissione Europea per i progetti in essere
su Palmyra. Parlava fluentemente l’aramaico e lo traduceva con grande
competenza fino a tradurre molti testi antichi. Più di 20 sono i libri da lui
redatti circa la Città di Palmyra e la Via della Seta. Ricevette onorificenze
dalla Francia, Polonia e dalla Tunisia.
E’ stata
colpita nel cuore per l’ennesima volta l’umanità, la competenza, l’intelligenza
del popolo siriano nonché tra questo l’ambiente accademico a cui Khaled faceva
parte.
In memory of
Professor Khaled al-Asaad, dead three years ago
The 18th of august was a very bad day for
the archeology of
the biblical lands, troops
of the IS killed Professor Khaled Al-Asaad, one of
the greatest experts and keepers of Palmyra
and the cultural context and archaeological Syria. The Guardian reports that he was compared to the prof. Howard Carter,
the discoverer of the tomb of Tutankhamun.
Born in Palmyra in 1934. Served as director of antiquities of Palmyra from
1963 to 2003 until his retirement. Worked with Unesco and the European
Commission on Palmyra-related projects.
Most important discovery was that of the largest part of the city's major
intersection and a number of tombs around the ruins. Reported to have written
more than 20 books on Palmyra and the Silk Road. Said to be fluent in Aramaic
and translated texts from the language up until 2011
Received honours from France, Poland and Tunisia.
It was hit in the heart once again humanity, competence,
intelligence of the Syrian people and
between these the academic
environment to which Khaled
was important professor.
Gianantonio
Urbani – Studium Biblicum
Franciscanum - Gerusalemme
martedì 14 agosto 2018
IN MEMORIA DI PADRE ALVIERO NICCACCI, FRATE DI FRANCESCO
In memoriam
Venerdì 3 agosto, si è spento nel Signore il nostro caro
padre
Alviero Niccacci
La sua morte ci coglie di sorpresa e ci rattrista. Le notizie che
ci arrivavano sullo stato della sua salute non facevano presagire un epilogo
così imminente.
Padre Niccacci è stato un frate esemplare e un eminente studioso.
Lascia in tutti coloro che lo hanno conosciuto un ricordo di
fedeltà alla propria vocazione di frate e al suo servizio di docente e di
ricercatore.
Aveva avuto in dono un carattere cordiale che lo rendeva simpatico
a tutti.
Nonostante i traguardi raggiunti nei suoi studi, che lo avevano
reso famoso nella sua principale materia di insegnamento, come buon figlio di
San Francesco,
rimase sempre umile e servizievole.
Ha vissuto in maniera davvero semplice: la sua vita è stata
scandita dalla preghiera e dal servizio allo studio della Parola.
É stato sempre molto generoso verso gli studenti e i colleghi che
gli chiedevano
consigli per le loro ricerche.
Il buon Dio che ha sempre servito e amato con fedeltà lo accolga presso
di sé
nei secoli dei secoli.
Questo l'avviso triste che mi è giunto mentre mi trovato in Terra Santa con un gruppo di pellegrini lo scorso 3 agosto.
Desidero ricordare il carissimo e stimatissimo p. Alviero con un paio di foto gioiose scattate nel gennaio 2014 dopo il conseguimento della Licenza in Scienze Bibliche e Archeologia.
Grazie p. Alviero, possa tu riposare in pace. Tutto ciò che hai dato per le Scritture e lo Studium possa ora tornare a Gloria di Dio! Aiutaci da lassù e sostienici nel cammino di studio, ricerca e approfondimento della Parola e dei Luoghi Santi!
Don Gianantonio
venerdì 29 giugno 2018
venerdì 11 maggio 2018
Incontro sulle "antichità romane" di Gerusalemme
Carissimi e carissime,
per chi fosse interessato, vi segnalo questa serata al museo di Castelnovo di Isola Vic.na. Una serata dove incontreremo "Roma" presso Gerusalemme. A presto!
mercoledì 28 marzo 2018
mercoledì 24 gennaio 2018
lunedì 15 gennaio 2018
martedì 19 dicembre 2017
Ritiro per i volontari italiani presenti in Terra Santa presso la Grotta della Natività a Betlemme - 19 dicembre 2017
Per chi desidera, di seguito ho riportato il testo del ritiro di Natale ai volontari italiani presenti in Terra Santa.
Lettura Fil 3,
20b-21
Aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Antifona
O Germoglio di Iesse, che ti innalzi come segno per i popoli: tacciono davanti a te i re della terra,
e le nazioni t’invocano: vieni a liberarci, non tardare.
Aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Antifona
O Germoglio di Iesse, che ti innalzi come segno per i popoli: tacciono davanti a te i re della terra,
e le nazioni t’invocano: vieni a liberarci, non tardare.
O
Radix Jesse,
qui stas in signum populorum, super quem continebunt reges os suum, quem gentes
deprecabuntur: veni ad liberandum nos, jam noli tardare.
Proposta di riflessione
Grazie di cuore per avermi invitato a condividere un tempo
di ritiro, di riflessione e di festa qui a Betlemme dove possiamo “prendere il
pane” nella casa dove Dio ha posto la sua dimora.
Carissimi e carissime, veniamo qui stasera a prendere un
nutrimento spirituale affinché la nostra vita continui ad essere un dono per
gli altri, come fece il Signore Gesù che
passò sanando e beneficando tutti (cfr. At 10,38). Lo dicono coloro che
sono stati con lui e in modo particolare l’apostolo Pietro.
Vi propongo per questa sera una delle antifone “O”;
difficile capire da dove si siano originate, ma sappiamo che già al VI sec.
sono pregate e cantate dalla comunità cristiana di Roma. Testimoniate da Boezio
Severino e Gregorio Magno, che diventeranno poi santi, queste antifone ora ci
preparano al Natale del Signore. Siamo invitati quindi ad invocare il Signore
Dio come "Radice di Iesse"[1], sono quegli "inizi
vitali" che hanno generato il Verbo della vita. Sono gli inizi della
creazione, gli inizi di una discendenza, sono gli inizi della nostra vita, sono
gli inizi di ogni azione che porta accoglienza e pace a chi incontriamo lungo
il nostro cammino, sono gli inizi di quando ci apprestiamo ad intraprendere una
nuova pagina della nostra vita.
Possiamo pensare e credere all'infinita bontà e
misericordia di Dio, che venendo a porre la sua dimora in mezzo a noi, ha
liberato ogni uomo dalle potenze del mondo. L'antifona "O" odierna
esprime la grande forza di questo nostro Dio, onnipotente nell'amore e lento
all'ira. È un germoglio che è stato generato da coloro che hanno preparato la
sua venuta ed lo hanno salutato da lontano e nonostante tutto è giunto fino a
noi oggi. Pensare e credere che QUI
il Signore Gesù ha posto la sua dimora e da qui, assieme a Giuseppe e Maria è
ritornato alla vita ordinaria di Galilea, pensare e credere questo significa
che abbiamo in cuore e nelle nostre menti il segno della sua presenza, la
manifestazione del suo Spirito affinché diventi utilità per tutti. Trova qui
senso, direzione, via, accampamento (in senso biblico ovviamente, perché qui
abbiamo delle grotte…) la grandezza di Dio che si è fatto uno di noi, che si è
così abbassato per vivere la nostra esistenza, meglio ancora le nostre
esistenze. Il segno quindi per i popoli è andato a segno, cioè la misura che
Dio ha preparato per la salvezza dei popoli ha raggiunto il cuore umano, e se
ciascuno lo desidera in cuore, può essere salvato perché Egli, il Signore, è causa di salvezza eterna. (cfr. Eb
5,7-9)
“…tacciono davanti a te i re della terra…”. Talvolta invece le "nazioni" sono quasi l'opposto.
Si misurano nella potenza del parlare e sembra vincere chi ha la voce più
forte, quando non è arrogante e pesante nel linguaggio, si contano la forza delle
armi e degli armamenti in genere, si scatenano ire tra nazioni e contro altre
nazioni e vi è sempre la legge del forte sul debole. QUI invece vale la legge
del silenzio, anzi direi di più, vale la legge del frutto del silenzio. Mentre
a Betlemme invochiamo nella Santa Notte, la nascita del Salvatore, a
Gerusalemme si innalzano preghiere e suppliche affinché Dio salvi il suo
popolo: “Gerusalemme Città di Dio, su di te sorgerà il Signore… in te apparirà
la sua gloria…” è il responsorio di preghiera che in queste settimane si recita.
Il Dio di Gesù Cristo invece ha rovesciato questa prospettiva umana e terrena,
quella prospettiva che spesso regna sovrana del forte sul debole e che vediamo
spesso anche in Medio Oriente è invece rovesciata completamente da un bambino
che giace in una mangiatoia e quando anche i grandi della terra giungono qui si
abbassano per qualche momento e comincia il silenzio. Noi oggi siamo qui anche
per affidare una parola di intercessione, una parola di preghiera per le tante
situazioni di bambini che qui e nel mondo soffrono a causa della malattia per
eccellenza dell’uomo, la sclerocardia, la durezza di cuore. È una
sclerosi, un indurimento, che colpisce il centro del nostro essere e operare
con bontà, tocca quella facoltà con la quale si può vedere l’Invisibile. Ovvio
che si può guarire altrimenti il sacrificio del Signore sarebbe stato vano. C’è
bisogno di fidarci di lui e di non mollare la presa.
Vado quindi ad attingere ad uno dei Giganti che ha vissuto
qui, a pochi passi da dove siamo ora, là dietro… (la grotta di Girolamo, c’è
ancora il suo sepolcro, ma il corpo fu traslato a Roma nel XII sec.[2]), ebbe quindi a dire in
una delle omelie che fece in questa chiesa:
«Potessi
vedere ancora quella mangiatoia dove fu deposto il Signore. Ora noi, come se
questo fosse ad onore di Cristo, abbiamo tolto quella di fango e ne abbiamo
messa una d’argento; ma, per me, era molto più preziosa quella che è stata
tolta. Argento e oro convengono al paganesimo, alla fede cristiana conviene che
sia di fango quella mangiatoia! Colui che là è nato, in quella mangiatoia,
disprezza l’oro e l’argento. Non intendo condannare chi ha fatto questo
pensando di rendere onore a Cristo (non condanno neppure quelli che fecero le
suppellettili d’oro per il tempio) però ammiro di più il Signore che, pur
essendo il creatore del mondo, non nasce in mezzo a oro e argento ma nel fango». Girolamo, Omelia per la Natività del
Signore (fine IV sec. d.C.)
Propongo infine visivamente una immagine. Questa passerà
tra di voi. È un germoglio che spunta in mezzo al deserto, segno della vita che
supera ogni condizione, a prima vista brulla e inospitale. Se la natura opera
così attorno a noi, proviamo a pensare quanto l’amore di Gesù, autore e
perfezionatore della fede, possa agire in noi e nelle nostre vite! Credo anche
al di là di ogni aspettativa e previsione. Posso pensare che in questo tempo
ognuno di noi, di voi porti in cuore dei sogni, delle previsioni per il futuro,
delle responsabilità; questo è il tempo che il Signore di dà per portare a
compimento la sua Parola fatta carne. In questa casa di Dio che è Betlemme
possiamo chiedere al Signore di liberare la nostra vita se vediamo che è bloccata
da qualcosa o da qualcuno. Siamo nel tempo giusto e favorevole per dire a Gesù:
Vieni Gesù, Maranathà! Un germoglio
di vita e amore possa spuntare per ciascuno di noi.
Har Karkom. Deserto del Negev centrale.
Vieni allora Gesù a liberarci, vieni non tardare. Noi siamo qui e attendiamo la tua venuta.
Responsorio
Vieni a liberarci, Signore, * Dio dell'universo.
Vieni a liberarci, Signore, Dio dell'universo.
V. Mostraci il tuo volto, e saremo salvi,
Dio dell'universo.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Vieni a liberarci, Signore, Dio dell'universo.
Vieni a liberarci, Signore, * Dio dell'universo.
Vieni a liberarci, Signore, Dio dell'universo.
V. Mostraci il tuo volto, e saremo salvi,
Dio dell'universo.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Vieni a liberarci, Signore, Dio dell'universo.
Grazie
e augurissimi di Buon Natale e Felice Inizio di Nuovo Anno 2018
Il
Signore Gesù vi dia gioia e pace!
[1] “Un germoglio
spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo Spirito del Signore, spirito di sapienza e
d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di
timore del Signore. (…) Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si
sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e
un piccolo fanciullo li guiderà”. Isaia
11,1-10
[2] Le reliquie di san Girolamo sono
nell’urna di porfido dell’altare papale di S. Maria Maggiore. I resti
pervennero alla basilica nel XII secolo e furono riposti all’ingresso
dell’Antrum Praesepi; nel 1409 la famiglia Guaschi li fece collocare in un
altare appositamente costruito. Nel 1424, per mezzo di un lascito del cardinale
Pietro Morosini, le ossa furono riposte in una cassetta d’argento del costo di
100 fiorini. Per la costruzione della cappella Sistina o del SS. Sacramento,
Sisto V fece demolire la precedente, dedicata a S. Girolamo, al cui altare
quattrocentesco si veneravano i resti. Secondo una leggenda il canonico
Ludovico Cerasola, per evitare un'eventuale loro traslazione alla chiesa di S.
Girolamo degli Schiavoni, li nascose nel pavimento a destra del presbiterio. In
seguito il cardinale Domenico Pinelli riesumò la cassa d’argento contenente il
corpo di S. Girolamo e la pose sotto la confessione. Rinvenuta la cassetta nel
1747 fu collocata definitivamente all’altare del Papa. Una sua reliquia si
espone a S. Onofrio al Gianicolo. S. Girolamo nacque verso il 340 in una
cittadina nei pressi d'Aquileia e morì a Betlemme nel 420; fu un fautore del
culto delle reliquie. (SICARI G. Reliquie
insigni e “Corpi santi” a Roma, Roma 1998)
mercoledì 6 dicembre 2017
TRA I "GIGANTI" DELLO STUDIUM BIBLICUM FRANCISCANUM, OGGI LA MEMORIA DELLA SALITA AL CIELO DI PADRE VIRGILIO CORBO OFM (8.7.1918 - 6.12.1991)
Scavi a Macheronte (Giordania) 1978-1981. In alto sotto l'ombrellone p. Virgilio alla direzione di scavo. (foto Archivio SBF - Gerusalemme)
Ricordiamo Padre
Virgilio Canio Corbo nel giorno dell'anniversario della
salita al Cielo. La memoria ci è particolarmente cara in quanto fu uno dei
"giganti" nella storia dello Studium Biblicum Franciscanum e nella
ricerca archeologica legata ai Luoghi Santi del Nuovo Testamento. In
particolare la ricerca condotta presso Cafarnao attorno al lago di
Galilea portò la scoperta della casa dell'apostolo Pietro e del
villaggio/città del Nuovo Testamento. Possiamo leggere qualche parola
scritta da p.Virgilio nel rapporto di scavo su Cafarnao. La foto conclusiva riporta p. Virgilio (in piedi) mentre guarda il confratello p. Stanislao Loffreda
durante lo scavo di Cafarnao.
L'INSULA SACRA (la stanza venerata sulla casa di Pietro apostolo)
“Lo scavo dell'insula sacra ci ha permesso di tracciare un piano più
accurato e completo di un edificio ottagonale, già scavato parzialmente agli
inizi del secolo. Attraverso il ritrovamento di una vasca battesimale sul lato
orientale, è stato possibile accertare il carattere cristiano dell'edificio, il
quale - in base ai ritrovati - va datato verso gli inizi del periodo bizantino.
Il suddetto livello bizantino è preceduto da un livello del periodo
romano tardivo la cui nota distintiva è costituita da una domus ecclesia
separata dal resto della città da un imponente muro di cinta.
A partire da questo livello sono state praticate diverse trincee
attraverso le quali si è potuto seguire la lunga storia di questa insula a
cominciare dal tardo periodo ellenistico.
In base ai ritrovati archeologici e alle fonti letterarie, una di queste
umili abitazioni è stata identificata come la casa di San Pietro. Attorno a
questa abitazione, già trasformata in domus ecclesia nel periodo romano
antico, visse ininterrottamente una comunità di Giudeo-cristiani fino a quando
i Bizantini smantellarono i vecchi edifici per erigervi un edificio più
armonioso a pianta centrale”.
Grazie P. Virgilio! Tutto il bene, la ricerca, gli studi e gli scavi offerti non sono andati persi ma ne beneficiamo tutti!
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