Gerusalemme, 19 marzo 2013—S.Giuseppe
Carissimi amici e amiche,
scrivo questi auguri pasquali nel giorno della Solennità del “Custode del Redentore”, il carissimo Giuseppe, sposo di Maria, denominato il Giusto. Essendo il Custode di Colui che è venuto per salvarci, ci mostra la necessaria azione da operare gli uni per gli altri: custodirci. Quando, a Gerusalemme e in tutta la Terra del Santo parliamo di “custodire” noi pensiamo alla cura dei luoghi santi attraverso la promozione della preghiera e le liturgie, la vita pastorale delle comunità, la pulizia ed il decoro sia archeologico che storico, ma non dimentichiamo le “pietre vive” che ancora oggi testimoniano la presenza del Signore nelle sue membra, cioè in tutti quei cristiani che vivono qui nelle terre bibliche. E’ quindi importante un pensiero ed una preghiera per loro che sono meno del due per per cento! Tra questi meritano una menzione decisa i cristiani e le persone di buona volontà che vivono in Siria. Non possiamo quindi dimenticare sr. Rima, sorella Dorotea, che lo scorso 15 gennaio, a seguito di un missile lanciato in città ad Aleppo, non è più stata trovata, assieme ad altre centinaia di persone. Possa Giuseppe custodire tutte queste persone buone che costruiscono il regno del Signore!
Carissimi, desidero raggiungervi unendomi a voi idealmente con gli auguri per una serena Pasqua di Risurrezione.
Le donne il mattino di Pasqua ci mostrano con grande slancio il desiderio di ritrovare il Signore e, assieme ai discepoli, lo riconosceranno vivo e risorto. E’ un dono grande la fede in Gesù Risorto e spero, con tutto il cuore, che ognuno possa sperimentarne un piccolo segno in questa solennità di Pasqua. Magari vi sono tanti motivi di preoccupazione, pensieri e problemi che sovrastano il cammino di vita, persone da curare e persone lontane da raggiungere o che non si raggiungeranno più...il Signore però non abbandona nessuno, anzi dalle testimonianze evangeliche possiamo riconoscerlo come Colui che è venuto per portare luce: “Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo”. (Gv 12,46-47)
Sia per tutti e per ciascuno un tempo di luce e di speranza, promettendovi un ricordo nel mio cammino qui a Gerusalemme.
don Gianantonio