Ricordiamo oggi l'anniversario della salita al Cielo di padre Michele Piccirillo, frate francescano e archeologo della Terra Santa. La sua opera instancabile di ricerca, studio, divulgazione sulla Terra Santa ci spinge a continuare il lavoro che lui intraprese e che portò a grandi traguardi di conoscenze sulla geografia, l'archeologia, la topografia del Vicino Oriente. Tutto ciò fu una formidabile azione di vita per alimentare e arricchire l'esegesi delle Scritture. Con competenza, generosità e convinzione ne seguiamo le orme.
In un libretto "fortunato" dal titolo Vangelo e Archeologia, a margine delle conclusioni sullo scavo di Cafarnao presso il lago di Galilea, p. Michele scrisse:
“Se queste sono le conclusioni, forse non è imprudente invitare l’esegeta a rileggere le pagine corrispondenti al Vangelo di Marco tra le casupole di Cafarnao ritrovato e tirarne le conseguenze. Ne potremo concludere che prima o dopo anche la prudenza dell’esegeta dovrebbe diventare desiderio di informazione in un confronto onesto e senza preconcetti tra le conclusioni di due metodi di ricerca che forse non si oppongono ma si completano. Solo allora l’archeologia delle origini cristiane raggiungerebbe il suo scopo primario, che non è quello di dare certezze ma di aiutare a porre e a risolvere dei problemi storici. Se servisse a sbloccare il problema che assilla ogni esegeta che si pone anche delle domande concrete, storiche, l’archeologia renderebbe alla scienza e alla comunità cristiana di oggi un servizio certamente auspicabile”
In un libretto "fortunato" dal titolo Vangelo e Archeologia, a margine delle conclusioni sullo scavo di Cafarnao presso il lago di Galilea, p. Michele scrisse:
“Se queste sono le conclusioni, forse non è imprudente invitare l’esegeta a rileggere le pagine corrispondenti al Vangelo di Marco tra le casupole di Cafarnao ritrovato e tirarne le conseguenze. Ne potremo concludere che prima o dopo anche la prudenza dell’esegeta dovrebbe diventare desiderio di informazione in un confronto onesto e senza preconcetti tra le conclusioni di due metodi di ricerca che forse non si oppongono ma si completano. Solo allora l’archeologia delle origini cristiane raggiungerebbe il suo scopo primario, che non è quello di dare certezze ma di aiutare a porre e a risolvere dei problemi storici. Se servisse a sbloccare il problema che assilla ogni esegeta che si pone anche delle domande concrete, storiche, l’archeologia renderebbe alla scienza e alla comunità cristiana di oggi un servizio certamente auspicabile”
La persona di p. Michele raccontata da p. Claudio Bottini e p. Massimo Luca