Cristo è risorto! E’ veramente risorto! Alleluia!
Dov’è o morte la tua vittoria? Dove ci mostri il tuo pungiglione? Dove riesci a scalfire le nostre povere vite?
Tu o morte sei stata vinta da Colui che da sempre ci ama e ci vuole a sé, è il Signore della Vita, Colui del quale diciamo “Tu sei la nostra pace, in te riposo o Signore, mai sarò deluso, tu vieni in mio soccorso e mi strappi dalle tenebre per condurmi alla luce…”.
E sono proprio le donne che, sull’albeggiare, quando nessun discepolo vi pensa, s’avviano con gli aromi verso il sepolcro per “ungere” e preparare Gesù dopo la sua morte, forse l’ultimo omaggio pietoso verso un amore perduto, proprio un’ultima testimonianza di una fede che la morte aveva cambiato il ricordo. A nessuna di queste tre donne, mentre camminano verso il sepolcro, canta in cuore un filo di quell’Alleluia della speranza. Nessuna di loro osa guardare al di là del sepolcro. Solo la pietra era un impedimento incredibile per l’ultima azione di amore al Maestro Gesù, così tanto amato e seguito.
Chissà, carissimi, cosa avranno pensato queste donne mentre si avvicinavano al luogo della morte e della fine di tutto…chissà che sentimenti e paure avranno avvolto il loro cuore ed il loro camminare…chissà come avremmo reagito noi di fronte ad una ingiustizia così grande ed immensa…quanti chissà…
Eppure Gesù, durante le sue salite a Gerusalemme, le aveva avvisate, le teneva deste su questo finale cruento ma anche unico ed inaspettato. Erano state loro ad accompagnarlo e sostenerlo con le loro cure, fin dalla lontana Galilea, ma non si erano accorte che proprio Gesù le aveva condotte, e le stava conducendo nel luogo del grande amore per sempre.
Quindi si dirigono al sepolcro con il cuore colmo di tenebra, morte e turbamento grande ma è lì che avviene ciò di cui noi parliamo, crediamo e speriamo da 2000 anni. L’infinita bontà del Maestro, del Messia Gesù, dell’amore straordinario e fedele del Padre ci porta a vedere e sperimentare la risurrezione. Gli elementi sono così scarni che non si può credere che per fede, sì con quegli occhi del cuore che nessun ragionamento umano potrà mai contenere. La pietra rotolata, il sepolcro, il giovane in veste bianche, un giardino ma soprattutto le parole che queste donne ascoltano e andranno a dire ai discepoli.
Gesù si manifesta a loro e a noi oggi nella forza della sua Parola; credo che da questa notte e per tutto il tempo pasquale fino alla Pentecoste siamo chiamati a fare quei passaggi di amore che Gesù ci indica. Siamo chiamati a metterci in cammino in una fede cristiana autentica, genuina, fedele e condivisa. In un tempo difficile e di crisi, è necessario “stringersi a lui pietra viva” ed edificare il nostro essere come discepoli amati e diletti.
Queste donne, fedeli annunciatrici del Signore Risorto, ci spingono ad esercitare la carità di Cristo con urgenza e fedeltà. E’ una questione importante per ciascuno di noi, dal più piccolo di noi al più grande, ognuno secondo i suoi doni e le sue possibilità. E quando dico “doni”, non c’è nessuno che non ne abbia almeno uno per la crescita di tutti, perché tutti siamo stati salvati a caro prezzo.
E se il Signore “ci precede in Galilea” significa che è Lui, nella vita quotidiana, ad assumere un compito unico: essere il protagonista della nostra vita. Cioè, è proprio Lui che sostiene le nostre azioni e le rivolge al Padre dei Cieli. Continua ad essere Lui il Maestro che insegna il cammino da percorrere. La Chiesa ne è solo una testimone e ci incoraggia ad andare verso di Lui.
“Ho cercato in questi giorni che sono con voi, di aiutarci a capire che possiamo fidarci: ciò che accadde quel giorno era e rimane il centro attorno al quale tutto il resto si muove, dal quale tutto deriva e verso il quale tutto si incammina. Esistono tante luci, vere e apparenti, chiare e fosche; questa è quella che brillerà più a lungo!”.
E infatti “tutte le promesse di Dio sono divenute un “sì” in Gesù Cristo per questo noi stanotte (stamattina) siamo qui a dire a Lui la nostra verità e vita”! Dio, nella sua bontà e misericordia non ha mai ritirato le sue promesse antiche e sempre nuove. Oggi ancora una volta ci conferma che è possibile vivere da risorti in Gesù, mostrarsi dal profondo del cuore come suoi discepoli.
Perciò, sia per tutti una Pasqua nel nome di Gesù Cristo Risorto, sia per ciascuno un “passaggio” ed una méta da continuare a calibrare e mirare. A chi fa fatica ed è in crisi dico: “Vieni e cammina con noi”; il Signore Risorto non farà mancare la grazia e l’audacia del suo Spirito Santo.
Buona Pasqua!