sabato 9 giugno 2012

In memoria di Filippo, la vita è un soffio


 Ecco Filippo, un bambino ed un cristiano del mio paese di origine.

Una memoria per essere vicini ai genitori, alla famiglia tutta ed ai suoi compagni di scuola e di cammino nella fede.
Non l'ho conosciuto personalmente ma ho celebrato il Sacramento della Riconciliazione con alcuni suoi amici in vista dell'Eucaristia di "Prima Comunione", celebrata a Marano i primi di maggio.

Caro Filippo, ora ti penso lassù con tutta la schiera dei santi e di chi ci ha preceduto; un giorno sarai tu che ci aprirai le porte del regno del Signore Dio.
Va' in pace.

Di seguito l'articolo da "Il Giornale di Vicenza" scritto da Marita Dalla Via, che ringrazio.

 
Stroncato dal male a 9 anni

MARANO. Il paese è in lutto dopo la morte di un bambino che frequentava le elementari. Il ricordo del preside. Filippo Broccardo si è spento dopo una lunga malattia. Ha sempre lottato ma l'ultima ricaduta purtroppo è stata fatale

08/06/2012

Marano. Un piccolo angelo è volato in cielo e un paese piange commosso. Si è spento Filippo Broccardo a soli 9 anni. L'età in cui ogni bambino è alle prese con le quotidiane scoperte che il mondo gli riserva, con i primi desideri di essere trattato “da grande”. Purtroppo Filippo lottava da tempo contro un male che non dà scampo.
Per tre lunghi anni ha combattuto, e con lui tutti i suoi famigliari - la mamma Erica, il papà Marco e la sorella Camilla, ma anche i nonni Gabriella e Valentino, Mariangela e Domenico, gli zii Gloria, Franco, Caterina e Massimo -, ma si è dovuto arrendere.
A volte sembrava che Filippo fosse in grado di sconfiggere il male: con forza d'animo aveva affrontato recentemente anche un duro intervento che si sperava potesse aprirgli le porte della guarigione, ma la virulenza del male, che in tenera età diventa ancora più aggressivo, ha prevalso.
Filippo non aveva voluto mancare all'appuntamento della prima comunione, al quale aveva partecipato qualche settimana fa, come tutti i suoi amici di quarta elementare. Quest'anno, però, non aveva potuto frequentare la scuola: uno sforzo troppo grande per il suo fisico fiaccato.
«Quando l'abbiamo saputo ci siamo subito attivati per la scuola domiciliare - ricorda il dirigente scolastico Silvio Grotto -, così alcune sue maestre andavano a fare lezione a casa sua».
«Ci dispiace molto, questo nuovo lutto ci porta alla mente un'altra recente perdita, quella di Laura Doppio, che frequentava le scuole medie. Sono cose che non si dimenticano, rimangono impresse per sempre». E se gli adulti fanno fatica a capirle queste cose, per i bambini e i ragazzi diventa impossibile. Per questo, nella lettera che il sindaco Piera Moro ha scritto e che verrà consegnata oggi a tutti i ragazzi che frequentano le scuole di Marano, si è deciso di ricordare il loro compagno Filippo. «La cosa più bella che possiamo fare tutti insieme è stringerci, abbracciarci con forza per far sentire ai suoi genitori il calore del nostro dolore - si legge nella lettera - e continuare a pensare ogni giorno a Filippo, regalandogli con la mente tutti i nostri più luminosi sorrisi». «Rispetto il dolore e il desiderio di riservatezza che hanno espresso i familiari, ma è mia intenzione mostrare tutta la mia vicinanza - continua -, purtroppo quella che stanno vivendo è la sofferenza più grande che possa capitare».


Articolo di Marita Dalla Via da "Il Giornale di Vicenza".

Ritrovamento


Spectacular Gold and Silver Treasure

June 8, 2012

A spectacular and extraordinary 2,000 year old gold and silver hoard was uncovered in an archaeological excavation conducted by the Israel Antiquities Authority in the  Qiryat Gat Region. The treasure trove, comprising some 140 gold and silver coins as well as gold jewelry, was probably hidden by a wealthy woman at a time of impending danger during the Bar Kokhba Revolt (132 - 135 CE).  

During the excavation, remains of a building dating to the Roman and Byzantine periods were exposed. A pit that was dug and refilled in antiquity was discerned in the building's courtyard. To the archaeologist's surprise, a spectacular treasure hoard of exquisite quality was discovered inside the pit.  The treasure was originally wrapped in a cloth fabric of which only several fragments remained on the artifacts. 

According to the Israel Antiquities Authority Excavation Director archaeologist Emil Aladjem, "The magnificent hoard includes gold jewelry, among them an earring crafted by a jeweler in the shape of a flower and a ring with a precious stone on which there is a seal of a winged-goddess, two sticks of silver that were probably kohl sticks, as well as some 140 gold and silver coins. The coins that were discovered date to the reigns of the Roman emperors Nero, Nerva and Trajan who ruled the Roman Empire from 54-117 CE. 

The coins are adorned with the images of the emperors and on their reverse are cultic portrayals of the emperor, symbols of the brotherhood of warriors and mythological gods such as Jupiter seated on a throne, or Jupiter grasping a lightning bolt in his hand."  
Sa'ar Ganor, District Archaeologist of Ashkelon and the Western Negev for the Israel Antiquities Authority adds,  "The composition of the numismatic artifacts and their quality are consistent with treasure troves that were previously attributed to the time of the Bar Kokhba Revolt. During the uprising, between 132-135 CE, the Jews under Roman rule would re-strike coins of the emperor Trajan with symbols of the revolt. This hoard includes silver and gold coins of different denominations, most of which date to the reign of the emperor Trajan. This is probably an emergency cache that was concealed at the time of impending danger by a wealthy woman who wrapped her jewelry and money in a cloth and hid them deep in the ground prior to or during the Bar Kokhba Revolt. It is now clear that the owner of the hoard never returned to claim it."

The treasure hoard was removed from the field and transferred for treatment to the laboratories of the Israel Antiquities Authority in Jerusalem. The jewelry objects will become part of our Jewelry collection in the Brandt-Lewis Family National Center for Ancient Jewelry, and the coins will become part of the Saul Fox National Coin Center, in the Schottenstein National Campus for the Archaeology of Israel  under construction in Jerusalem.

From: Haaretz and other articles.


Some images from big treasure found in Kiriat Gat





...very very funny!

sabato 2 giugno 2012

Per il dono del presbiterato, grazie Signore!

Si o Signore, ti rendo grazie, assieme ai miei compagni, per questi undici anni di sacerdozio ministeriale e per il dono della vocazione!

Come non pensare oggi agli anni della formazione ed alle prime esperienze pastorali in Diocesi! Per tutto questo, per le persone incontrate, per le esperienze vissute, per gli accompagnamenti ai Sacramenti, per la Parola spezzata e condivisa...grazie Signore Dio!

Da parte mia desidero ringraziare la mia comunità cristiana di origine che a suo tempo mi ha formato ed educato alla fede con il concorso amorevole della mia famiglia; la prima comunità di esperienza pastorale di S.Maria in Colle di Bassano con il compianto don Bruno Tomba, la prima parrocchia di servizio ministeriale: Sandrigo; e tutti gli amici ed i soci dell'Azione Cattolica con i quali, per quasi otto anni, ho condiviso fatiche e gioie. 

Ed ora, qui in Israele, la Terra del Santo, i miei compagni di studio, i professori ed il personale dello Studium Biblicum Franciscanun di Gerusalemme, alcuni amici archeologi, le suore Dorotee, le suore Francescane Elisabettine; questa è un'altra "famiglia" con la quale condivido il mio ministero sacerdotale e la mia vita.

Per tutto questo e per il regno del Signore che nasce in me ed attorno a me, grazie o Dio!

Eccoci in posa per la foto di rito in vista dell'ordinazione nei giorni precedenti il 2 giugno





mercoledì 30 maggio 2012

TERREMOTO: situazione delle faglie nella Pianura Padana


Pianura Padana - Le faglie deviano il corso dei fiumi

22/05/12

Fiumi che deviano dal loro corso per effetto di strutture geologiche nascoste,  le stesse che scatenano i terremoti nella Pianura Padana.
Questo è lo studio di un gruppo di geologi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), pubblicato alcuni anni fa su "Annals of Geophysics", ma che ritorna di stringente attualità dopo il terremoto del 20 maggio scorso.
 
Chiediamo al ricercatore Gianluca Valensise, coautore dell'articolo scientifico,  come hanno individuato  le strutture sepolte.

“Le strutture sepolte sono ben delineate dalle mappature che furono ottenute dall'ENI all'epoca d'oro dell'esplorazione petrolifera in Pianura Padana, ovvero tra gli anni '40 e gli anni '70 dello scorso secolo. Queste mappature utilizzavano la tecnica nota come sismica a riflessione: in pratica veniva fatto brillare dell'esplosivo e con un gran numero di sismografi disposti lungo allineamenti opportunamente tracciati si misurava il tempo di percorso delle onde sismiche tra la superficie, gli strati rocciosi sepolti che riflettevano parte dell'energia, e l'arrivo dell'energia rimbalzata in superficie. Questo consentiva di "disegnare" il sottosuolo, e in particolare di delineare le cosiddette anticlinali, strutture derivanti dalla compressione degli strati rocciosi simili alle pieghe che si formano su un tappeto spinto contro il muro. Poiché il petrolio tende ad accumularsi nelle anticlinali, conoscere l'esatta posizione di queste ultime consentiva di perforare a colpo quasi sicuro ed estrarre petrolio (o gas naturale).  Il paragone con il tappeto è accattivante ma incompleto, perché trascura il fatto che nel mondo reale le anticlinali sono la riposta superficiale "morbida" all'accavallamento delle sottostanti rocce, più rigide, lungo le faglie, i piani di rottura che generano i terremoti. E in effetti nell'applicazione che stiamo descrivendo sono le faglie, con le loro dimensioni e geometria, a formare l'oggetto della ricerca.
Il movimento della faglia profonda (da 5-10 km ad alcune decine di km) dunque genera un’anticlinale, che pur essendo, come nella Pianura Padana, completamente ricoperta da un materasso di sedimenti marini e alluvionali spesso anche molte migliaia di metri, può comunque arrivare a deformare debolmente la superficie topografica, creando blande ma ampie depressioni o inarcamenti. Attraverso il tempo geologico l'attività tettonica finisce per interagire con il reticolo fluviale, attirando i fiumi nelle depressioni e respingendoli dalle zone che sono in crescita.
Le deviazioni dei fiumi influenzano fortemente la rete insediativa, costringendo le popolazioni ad abbandonare le aree depresse, spesso invase dall'acqua, e a spostare città e linee di comunicazione "all'asciutto". Le stesse deviazioni segnalano a noi geologi del terremoto quali delle numerose coppie faglia-anticlinale che esistono sotto la Pianura Padana sono ancora attive oggi, e quindi sono in grado di generare terremoti”.

Da quali forze e movimenti terrestri su piccola e grande scala sono determinate queste strutture?

“Sia l'Appennino che le Alpi sono due classiche catene montuose, che evolvono spostandosi la prima verso NE e la seconda verso S. Il sottosuolo della Pianura Padana è quindi il luogo di incontro di queste due catene, che idealmente "strizzano" questa grande area depressa ad una velocità che i dati satellitari (GPS) indicano essere dell'ordine del centimetro per anno. In questo grande meccanismo geodinamico bisogna distinguere il sollevamento delle due catene nel suo complesso, ad una scala dell'ordine dei 100-200 km e con una velocità massima di 1-2 metri per millennio, dal sollevamento delle singole anticlinali, misurabile alla scala dei 5-20 km e con velocità  che non superano i 50 cm per millennio. Poiché le anticlinali crescono lentamente e poiché invece la pianura tende ad essere velocemente colmata di sedimenti, è molto probabile che queste strutture restino sepolte per sempre, fino addirittura ad essere letteralmente "soffocate" e bloccate dal peso dei sedimenti soprastanti”.

Di che entità sono le deviazioni imposte ai corsi d'acqua?

“Le deviazioni fluviali possono essere imponenti. Il Po, ad esempio, fino al XII secolo d.C. passava per Ferrara e si divideva nel Po di Primaro e nel Po di Volano, che sfociavano nell'Adriatico rispettivamente a sud e a nord delle attuali paludi di Comacchio. Con la Rotta di Ficarolo del 1152 il Po abbandonò questo percorso e si riassestò come Po di Goro e Po di Tramontana, parecchie decine di km più a nord. Tutto questo per effetto della progressiva crescita di un’ anticlinale che poi - guarda caso - coincide con la dorsale sepolta che conosciamo come Dorsale Ferrarese e che ha generato il terremoto del 20 maggio 2012. Sul lato meridionale della stessa anticlinale il fiume Reno incontrava la stessa difficoltà a "svalicare" la Dorsale Ferrarese, e questo avveniva proprio tra Finale Emilia, Sant'Agostino e Bondeno, tre tra le località maggiormente colpite dal terremoto del 20 maggio scorso. Con i secoli si è quindi trasformato da affluente del Po a corso d'acqua che - con enorme fatica - tenta di andare verso il mare autonomamente”.
Il Dott. Gianluca Valensise conclude con un paradosso: “ La Pianura Padana è stata spesso snobbata dai geologi, che la consideravano noiosa (sicuramente meno interessante di un paesaggio dolomitico!), debolmente considerata dai sismologi, che spesso ed erroneamente hanno ritenuto che la sua piattezza indicasse la sua incapacità di generare terremoti, e vista da molti semplicemente come un territorio utile per l’agricoltura e l'industria. Pur nella sua drammaticità il terremoto del 20 maggio ne ha mostrato invece caratteristiche invisibili a occhio nudo, ma che in realtà ne condizionano profondamente l'evoluzione, creando ponti impensabili tra terremoti, geologia, uso del territorio e sviluppo della rete insediativa. C'è da aspettarsi che questo terremoto darà l'impulso ad una nuova stagione di studi e ricerca scientifica su questa importante porzione del nostro territorio”.

Per maggiori info contattare il sismologo Gianluca Valensise: valensise@ingv.it
 
Il geologo ha registrato un audio di maggiore approfondimento, scaricabile e fruibile dai media: http://www.freerumble.com/audio.php?t=audio&id=3428

domenica 27 maggio 2012

Come 2000 anni fa': giorno d'immensa gioia!

Giorno d'immensa gioia

nella città di Dio:

la fiamma dello Spirito

risplende nel cenacolo.


Si rinnova il prodigio

degli antichi profeti:

una mistica ebbrezza

tocca le lingue e i cuori.

 

O stagione beata

della Chiesa nascente,

che accoglie nel suo grembo

le primizie dei popoli!

 

E' questo il giubileo

dell'anno cinquantesimo,

che riscatta gli schiavi

e proclama il perdono.

 

Manda su noi, Signore,

il dono del tuo Spirito,

concedi al mondo inquieto

la giustizia e la pace.

 

O luce di sapienza,

rivelaci il mistero

del Dio trino ed unico,

fonte d'eterno amore. Amen.

 

Con questo inno di gioia, nell'ora delle lodi del mattino, la Chiesa ci invita a rallegrarci nel Signore per il dono dello Spirito Santo e ci chiede l'impegno di pregare ed affidare questo nostro mondo alle cure divine della giustizia e della pace.
Come circa 2000 anni fa' gli Apostoli, tutti insieme, hanno ricevuto doni inestimabili, così anche noi oggi invochiamo il "Consolatore" per tante situazioni bisognose di guarigione, di pace, di amorevolezza, di forza e di magnanimità.
Leggiamo la testimonianza di Luca evangelista nel testo degli Atti degli Apostoli.

At 2, 1-11
Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.

Dagli atti degli apostoli
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
 Nella cartina, segnato con la X, è il quartiere di Sion, luogo del Cenacolo.



Buona Pentecoste a tutti!