martedì 19 novembre 2013

Progetto Anaxum 2013 - risultati della campagna di scavo



 
Oltre 400 reperti di epoca romana – tra cui anfore, monete, ceramiche comuni e pregiate, contenitori, piatti, fibule, chiavi, laterizi bollati –, sono stati scoperti nei fondali del fiume Stella dalla missione di archeologia subacquea “Anaxum”, condotta dall’Università di Udine in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia. Il ritrovamento è avvenuto durante la terza campagna di ricerche nella più importante arteria di risorgive del Friuli. Anaxum (l’antico nome latino dello Stella) è l’unico progetto e cantiere di archeologia fluviale in Italia, al quale quest’anno hanno partecipato una dozzina di studenti e laureati provenienti da università italiane, tedesche e americane. I reperti recuperati, compresi i laterizi, ammontano a quasi 2 tonnellate e costituivano almeno in parte il carico dello Stella 1, l’imbarcazione romana il cui relitto giace nel letto del fiume, in comune di Palazzolo dello Stella.
I risultati delle ricerche sono stati presentati, a Palazzo Belgrado a Udine, alla presenza, per l’Università di Udine, del coordinatore del progetto Anaxum, Massimo Capulli, e della coordinatrice del corso di laurea in Scienze e tecniche del turismo culturale, Simonetta Minguzzi; del Soprintendente per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, Luigi Fozzati; del vicepresidente della Provincia di Udine, Franco Mattiussi, e dei sindaci e rappresentanti di comuni del bacino dello Stella (che comprende Bertiolo, Marano Lagunare, Palazzolo dello Stella, Pocenia, Precenicco, Rivignano, Talmassons, Teor, Varmo).
Il parco dello Stella. Da oggi partono ufficialmente anche le azioni di promozione per l’istituzione di un nuovo parco ecostorico dello Stella, il primo nel suo genere in Italia, che coinvolgerà innanzitutto i Comuni del bacino del fiume. L’obiettivo è tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio archeologico, naturalistico-ambientale, storico e socio-antropico che gravita attorno all’area umida dello Stella. Si tratta di un progetto integrato di tipo territoriale, che coinvolgerà gli stessi abitanti, con le caratteristiche previste dalle più recenti norme sulla costituzione di parchi archeologici (DM 18/4/2012).
«Il progetto di parco dello Stella – ha spiegato il Soprintendente, Luigi Fozzati – era stato idealmente prefigurato dal grande botanico ed ecologo friulano Valerio Giacomini, originario di Fagagna, del quale il 21 gennaio 2014 ricorrerà il centenario della nascita. La riunione di oggi con la presidenza della Provincia di Udine e i sindaci del bacino dello Stella segna un decisivo passo avanti verso la realizzazione del nuovo parco con la programmazione delle azioni e l’individuazione dell’iter istituzionale».
«Accogliamo con favore questa iniziativa – ha detto il vicepresidente della Provincia di Udine, Franco Mattiussi – che coinvolge un ampio lembo del nostro territorio situato lungo le sponde dello Stella. Ci impegneremo a collaborare e, nel limite del possibile, metteremo a disposizione risorse per avviare questo progetto che, oltre all’importanza scientifica, crediamo possa rappresentare una valida opportunità per la valorizzazione del territorio con ricadute e benefici dal punto di vista turistico-economico per le comunità interessate».
«Si tratta – ha sottolineato la professoressa Simonetta Minguzzi – di una iniziativa modello che punta a far convergere verso un unico obiettivo le competenze scientifiche con l’infrastruttura istituzionale, per valorizzare culturalmente ed economicamente, grazie anche alle possibili ricadute turistiche, una parte fondamentale del territorio regionale».
Le ricerche nel fiume. La campagna di scavi 2013 del progetto Anaxum, diretto da Massimo Capulli, è durata 7 settimane e si è concentrata sul sito dello Stella 1. In questo tratto di fiume, compreso tra il margine sinistro e il centro alveo per una lunghezza di circa 60 metri, insistono infatti tre diverse evidenze archeologiche: una struttura lignea lunga circa 6 metri, di ignota funzione; i resti del relitto Stella 1 (oggetto della campagna 2011), e una vasta area di dispersione di reperti, solo in parte pertinenti al relitto. È stato così avviato il recupero documentato di tutti i reperti sparsi su questo tratto del letto del fiume. In particolare, sono stati messi in luce, rilevati e scavati 64 metri quadrati dell'area di dispersione. Il lavoro ora prosegue nei laboratori del dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dove è iniziato lo studio degli oltre 400 reperti ritrovati.
«Lo studio dei reperti – ha spiegato il responsabile del progetto Massimo Capulli, docente di Archeologia subacquea – consentirà di ricostruire le dinamiche del naufragio e di valutare se l’area di dispersione sia riconducibile a una sola imbarcazione, oppure se sia l’esito di un più articolato processo formativo. L’esatta stima dei reperti riferibili al relitto Stella 1 consentirà inoltre di calcolarne la stazza e completare lo studio ricostruttivo dello scafo. In futuro avremo così gli elementi per avviare un progetto di archeologia sperimentale e realizzare una replica navigante di questo straordinario relitto di 2000 anni fa».
La formazione di archeologi subacquei. Anche quest’anno al team di ricerche hanno partecipato studenti e laureati; una dozzina di giovani provenienti dalle università di Udine, Texas A&M (Stati Uniti), consorziata al progetto Anaxum, nonché di Kiel (Germania), Padova e Pisa. Il progetto infatti è dedicato anche alla didattica, permettendo agli studenti di migliorare le capacità subacquee e di capire la pianificazione delle attività e l'utilizzo e la funzionalità di alcuni degli strumenti utili allo scavo, come la sorbona (strumento per aspirare i sedimenti) e la lancia ad acqua. Quest’anno inoltre il gruppo di lavoro ha allestito, in collaborazione con il Comune di Palazzolo dello Stella, la mostra "SottoSopra – l’archeologia del fiume Stella in mostra", chiusasi l’8 settembre.
Il progetto Anaxum – Archeologia e storia di un paesaggio fluviale, è nato nel 2011 dalla collaborazione tra la Soprintendenza per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia e il dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’Ateneo friulano. Il suo obiettivo è studiare il paesaggio archeologico del fiume Stella con metodologie d’indagine non invasive e scavi archeologici mirati. Al progetto collaborano la Texas A&M University e l’Institute of Nautical Archaeology (College Station, Texas – Stati Uniti), specializzate nel settore dell’archeologia navale; l’australiana Macquarie University di Sydney per il telerilevamento; il dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste e l’Istituto di Scienze marine (Ismar) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Bologna per le prospezioni strumentali, con il supporto tecnico delle ditte Anfibia di Ferrara e ProMare Inc..
«Il cuore del progetto Anaxum – sottolinea Capulli – è un gruppo di ricerca interdisciplinare che utilizza il fiume Stella quale laboratorio di ricerca e di formazione di archeologi subacquei in un ambiente problematico, sviluppando al contempo tecniche geo?siche integrate e innovative nel campo dell’archeologia fluviale da esportare negli altri corsi d’acqua». 

Fonte: www.archeomedia.net

martedì 12 novembre 2013

SIRIA, CONTINUA IL DISASTRO ANCHE A LIVELLO ARCHEOLOGICO E STORICO





La Cattedrale antica di San Simeone lo Stilita è stata presa d'assalto dai ribelli presso la zona nord di Aleppo!

CATTEDRALE ANTICA. La notizia, diffusa da Le veilleur de Ninive, è drammatica dal momento che la cattedrale è tra le più antiche esistenti al mondo. Costruita nel IV secolo, si trova nella zona nord di Aleppo ed è stata intitolata al santo siriano che, vissuto a cavallo tra IV e V secolo, rimase per 37 anni seduto in cima ad una colonna come eremita. Diventato famoso per i suoi miracoli, fu venerato già in vita come un santo dal popolo e da tutta la Chiesa ed era temuto dagli imperatori. La cattedrale ospita anche il basamento della colonna di 15 metri dove il santo rimase per la maggior parte della sua vita.

IL DRAMMA DI ALEPPO. Aleppo vive in una situazione drammatica, come ha testimoniato a tempi.it un suo cittadino cristiano, Claude Z.: «La situazione è critica: non abbiamo la corrente elettrica da dieci giorni, manca il cibo, ribelli ed esercito continuano a darsi battaglia e i terroristi islamici hanno imposto la sharia nella parte della città che controllano».

«MASSACRO DI CRISTIANI». Intanto sono stati diffusi da Aiuto alla Chiesa che soffre i dettagli dell’uccisione di molti cristiani nel villaggio siriano di Sadad, conquistato dai terroristi islamici e liberato da due settimane dall’esercito. Secondo quanto affermato dall’arcivescovo Selwanos Boutros Alnemeh, metropolita siro-ortodosso di Homs e Hama, «c’è stato il più grande massacro di cristiani dall’inizio della guerra e 45 cristiani innocenti sono stati martirizzati mentre 1.500 famiglie sono state trattenute come ostaggi e scudi umani».

GETTATI VIVI IN UN POZZO. Come riporta Acs, 30 corpi sono stati ritrovati in due diverse fosse comuni. Molti presentano segni di tortura e strangolamento, tra cui vecchi, handicappati e bambini. Inoltre, sei membri di una stessa famiglia, tra cui una donna di 90 anni, sono stati gettati vivi dai ribelli dentro un pozzo e lì sono morti.
Il patriarca greco-cattolico di Damasco Gregorio III Laham ha commentato: «Come si possono commettere atti così inumani e bestiali a dei vecchi e alla loro famiglia? Io non capisco perché il mondo non alza la voce contro questi atti di brutalità. Estremismo e fondamentalismo aumentano in Siria, quanto avvenuto a Sadad è l’emblema di quello che tutti i cristiani in Siria stanno affrontando».

Il servizio, da Twitter è di @LeoneGrotti

 Un'immagine della Cattedrale saccheggiata di S.Simeone

venerdì 1 novembre 2013

NAIN (GALILEA) UN QUADRETTO DEL IV SURVEY DI SUPERFICIE

Un piccolo "quadretto" del survey realizzato oggi a Nain/Naim in Galilea. Grazie di cuore alla preziosa collaborazione dei proff. Pierri, Luca e Cavalli, abbiamo raccolto ulteriori dati e fotografie nell'area della necropoli romana, nello scavo di emergenza a fianco la Chiesa ed infine le "viste" dall'alto, dal Monte Moreh.

 
La vista su Nain dal monte Moreh



Ecco a sinistra la Moschea e a destra la Chiesa

giovedì 31 ottobre 2013

1 NOVEMBRE: FESTA DI TUTTI I SANTI

Carissimi e carissime,

viviamo con gioia grande ed amorevolezza immensa questa antichissima ed importante festa di Ognissanti. 

E' la festa di tutti, ma proprio tutti! 

Coloro che sperano nel Signore Gesù Cristo e ne sentono la presenza, coloro che sono lontani da Lui ma lo stesso amati e voluti bene, coloro che stanno vivendo un tempo di fatica e dolore, coloro che sono felici affinché distribuiscano gioia a chi non ne ha, coloro che hanno fame e sete di pace perchè diventino "artigiani di pace", coloro che ascoltano, pregano, si affaticano, costruiscono il regno di Dio in mezzo a noi, coloro...

Buona festa di Ognissanti a tutti e tanti cari auguri da Gerusalemme!

don Giana


ALTRO IMPORTANTE SURVEY DI NAIN

Una veduta aerea di Nain, oggi Nin in Galilea

Effettueremo un altro importante survey (sarà il quarto dall'inizio della tesi) domani, 1 novembre 2013, per raccogliere ulteriori dati circa lo scavo di emergenza, le aree tombali di sud-ovest e le piccole cime del Monte Moreh. Sarà una giornata intensa. GPS, ortofoto, camera-web...tutto è già pronto!

sabato 26 ottobre 2013

26 OTTOBRE 2008 - 26 OTTOBRE 2013 - TI RICORDIAMO P. MICHELE!



 
 
Si! Carissimo p. Michele ti ricordiamo e continuiamo a seguire le tue orme qui allo Studium Biblicum Franciscanum. Sono trascorsi cinque anni dalla tua dipartita verso "cieli nuovi e terre nuove" però lo spirito ed i progetti iniziati da te sono andati avanti.
Ti ricordiamo caro Abuna Michele perchè hai lasciato il segno e continui a spronarci a seguire i "segni" del passaggio del Messia e Signore Gesù.
 
Ecco, per ricordarti, alcune immagini stupende di quando hai accolto Papa Giovanni Paolo II al Monte Nebo in Giordania



sabato 5 ottobre 2013

BREVETTO ADVANCED DI SUBACQUEA RAGGIUNTO!!!

Carissimi,
si! Devo annunciarvi che anche il brevetto di Oper Water Advanced è stato raggiunto!
Siano rese lode al Signore degli Abissi ed a tutte le creature che vivono in esso. Ora posso procedere con i corsi di archeosub, ma tutto è rimandato a primavera quando rientrerò in Italia, dopo la licenza in Scienze Bibliche ed Archeologia a Gerusalemme.
Ringrazio Manuel e tutto lo Staff del Isamar Diving Center di Isola Verde (Chioggia) per la loro competenza e professionalità nelle tre immersioni conclusive di questo brevetto. Possano sempre sondare gli abissi del nostro bel mar Adriatico!
Ecco una foto scattata attorno al relitto Evdokia II al largo di Chioggia:
 

Il mio istruttore Manuel ed io
 
 
Ed ecco un paio di video sulle ultime immersioni in vista del raggiungimento del brevetto advanced:
 


il relitto Evdokia II affondato nel 1991 al largo di Chioggia
 
 

 
Immersione "Baita al Lago" al Castello di Godego (TV) - Italia

giovedì 26 settembre 2013

RITROVAMENTI A GERUSALEMME


Menorah, Shofar e rotolo della Torah su un medaglione d’oro del VII secolo

Trovata ai piedi del Monte del Tempio un'eccezionale testimonianza del continuo legame fra gli ebrei e Gerusalemme

 

Durante gli scavi estivi ai piedi del Monte del Tempio, l’archeologa dell’Università di Gerusalemme Eilat Mazar ha fatto una scoperta eccezionale: due involti pieni di tesori tra cui 36 monete d’oro, gioielli d’oro e d’argento e un medaglione d’oro con inciso il simbolo della Menorah (candelabro del Tempio). Sul medaglione largo 10 centimetri sono incisi anche uno shofar (corno d’ariete) e un rotolo della Torah.Archeologa di terza generazione all’Istituto di archeologia dell’Università di Gerusalemme, Eilat Mazar dirige gli scavi sulla sommità della Città di David e al muro meridionale del Monte del Tempio. Dopo aver definito il ritrovamento una scoperta unica e mozzafiato, Mazar spiega: “In questa zona abbiamo fatto ritrovamenti significativi risalenti al periodo del Primo Tempio, un’epoca della storia di Gerusalemme molto anteriore, quindi scoprire una Menorah d’oro a sette braccia del VII secolo e.v. ai piedi del Monte del Tempio è stata una completa sorpresa”.

Il reperto, dissotterrato solo cinque giorni dopo l’inizio dell’ultima fase degli scavi all’Ophel, si può far risalite al tardo periodo bizantino (inizi del VII secolo e.v.). Il tesoro di preziosi è stato rinvenuto nelle rovine di una struttura pubblica bizantina a soli 50 metri dal muro meridionale del Monte del Tempio. Mazar sottolinea che il fatto che i manufatti siano stati scoperti così vicini alla Porta Tripla (sulla parete sud, oggi murata) riflette il perpetuo desiderio di rinascita del popolo ebraico in tutta la sua storia.

La Menorah, un candelabro a sette braccia che era usato nel Tempio, è il simbolo nazionale dello Stato d’Israele e riflette la presenza storica degli ebrei in questa regione. La posizione dei reperti al momento del ritrovamento indica che uno degli involti era stato accuratamente nascosto sotto terra mentre il secondo era stato apparentemente abbandonato in fretta e sparpagliato sul pavimento.

Vista l’epoca degli oggetti e la posizione in cui sono stati trovati, Mazar valuta che siano stati abbandonati nel contesto della conquista persiana di Gerusalemme del 614 e.v. Dopo che i persiani conquistarono Gerusalemme, molti ebrei colsero l’occasione per fare ritorno nella città, andando a costituire la maggioranza della sua popolazione, nella speranza di godere di libertà politica e religiosa. Ma quando il potere persiano iniziò a declinare, anziché formare un’alleanza con gli ebrei, i persiani cercarono il supporto dei cristiani e finirono col permettere loro di espellere gli ebrei da Gerusalemme.

Appeso a una catena d’oro, il medaglione con la Menorah era probabilmente un ornamento per un rotolo della Torah. In questo caso si tratterebbe del più antico ornamento di rotolo della Torah trovato finora in uno scavo archeologico. Era sepolto in una piccola depressione nel pavimento, insieme a una medaglia d’oro più piccola, due pendenti, una serpentina d’oro e un fermaglio d’argento, probabilmente tutti addobbi per rotoli della Torah.

“A quanto pare – dice Mazar – la spiegazione più probabile è che questo tesoro dell’fosse destinato ad essere un contributo per la costruzione di una nuova sinagoga, in una posizione molto vicina al Monte del Tempio. Quel che è certo è che la loro missione, quale che fosse, non ebbe successo. Il tesoro fu abbandonato e i suoi proprietari non ebbero più modo di tornare a recuperarlo”.

Il tesoro dell’Ophel (collina a nord del monte Sion dove si trova il nucleo originario della città di Gerusalemme) è la terza collezione di monete d’oro rinvenuta in scavi archeologici a Gerusalemme, dice Lior Sandberg, specialista in numismatica all’Istituto di Archeologia. “Le 36 monete d’oro possono essere datate ai regni di diversi imperatori bizantini, dalla metà del IV secolo all’inizio del VII secolo e.v.”. Insieme alle monete è stato trovato un paio di grandi orecchini d’oro, un prisma esagonale d’argento placcato d’oro e un lingotto d’argento. Resti di stoffa indicano che un tempo questi oggetti erano avvolti in una borsa di stoffa simile all’involto che conteneva il medaglione con la Menorah.

Gli scavi all’Ophel hanno fatto notizia qualche mese fa quando Mazar ha annunciato la scoperta, nel 2012, di un’antica iscrizione cananea (recentemente identificata come ebraica) che rappresenta il primo testo alfabetico scritto mai rinvenuto a Gerusalemme.

La stagione di scavi 2013 è durata da aprile sino alla fine di luglio, ed è stata condotta dall’Istituto di Archeologa dell’Università di Gerusalemme. La Israel Antiquities Authority sta svolgendo lavori di conservazione e sta preparando il sito per l’accesso del pubblico. Il sito si trova all’interno del Jerusalem National Park dalla Israel Nature and Parks Authority, che corre attorno alle mura di Gerusalemme, ed è amministrato dalla East Jerusalem Development Company.

Il progetto Ophel è stato generosamente sovvenzionato, sin dal 2009, da Daniel Mintz e Meredith Berkman di New York. L’intero progetto comprende gli scavi archeologici e l’elaborazione dei reperti per la pubblicazione, oltre alla conservazione e preparazione del sito per la sua apertura al pubblico. L’Herbert W. Armstrong College di Edmond, Oklahoma, sostiene le ricerche di Mazar inviando studenti volontari a partecipare agli scavi.

(Da: Ufficio stampa dell’Università di Gerusalemme, 09.09.13)

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha voluto congratularsi con l’archeologa Mazar dicendo che ci troviamo di fronte “a una attestazione di prim’ordine del legame che unisce il popolo d’Israele a Gerusalemme, al paese e al loro retaggio: una Menorah, uno Shofar, un rotolo di Torah. Se bisogna rappresentare l’essenza del nostro popolo, nessuna descrizione potrebbe essere più concisa”.

(Da: Israel HaYom, 10.9.13)

 

sabato 7 settembre 2013

SCOPERTE E CONFERME


Scoperto a Gerusalemme un ospedale crociato di mille anni fa

Nel cuore del quartiere cristiano della Città Vecchia, un’imponente struttura che per anni è stata usata come mercato orto-frutticolo coperto

Archi e volte alti oltre sei metri.

Scavi e ricerche compiuti dall’Antiquity Authority israeliana e dalla compagnia “Grand Bazaar” di Gerusalemme est hanno portato alla scoperta di un antico ospedale, risalente a circa mille anni fa, nel cuore del quartiere cristiano nella Città Vecchia di Gerusalemme.

La sezione riportata alla luce è parte di un’imponente struttura di epoca crociata (1099-1291 e.v.), usata come un affollatissimo ospedale. La struttura, che è di proprietà del Waqf (l’ente che gestisce il patrimonio religioso musulmano), si trova in una zona della Città Vecchia nota come Muristan (alterazione della parola persiana per ospedale), vicino a Via David.

Fino a una decina d’anni fa la struttura era usata come mercato coperto di frutta e verdura ed era piena di traffici e di folla. Dopodiché è rimasta in stato di abbandono per molti anni. Ora, a seguito alla decisione della compagnia “Grand Bazaar” di trasformarla in un ristorante, l’Antiquity Authority israeliana ha dato inizio ai consueti scavi archeologici di verifica.

La struttura, di cui è oggi esposta solo una piccola parte, si estende per oltre 3,7 acri (quasi 15.000 metri quadrati) e presenta grandi colonne centrali che sorreggono archi e volte alti oltre sei metri. Il tutto formava un immenso salone occupato da sale e camere più piccole.

Si sapeva dell’esistenza del grande ospedale dai documenti storici dell’epoca, per lo più in latino Renne Forestany e Amit Re’em, direttori degli scavi per l’Antiquity Authority, spiegano che “si sapeva dell’esistenza del grande ospedale dai documenti storici dell’epoca, per lo più in latino. I documenti parlano di un ospedale sofisticato, per gli standard dell’epoca, che non era né più piccolo né meno complicato di un ospedale moderno”.

Secondo gli archeologi, l’ospedale venne istituito e costruito dai Cavalieri dell’Ordine dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, l’ente religioso-militare noto come “gli ospitalieri”.

Nel terremoto del 1457 la struttura crollò e rimase in rovina fino all’epoca ottomana. Parti di essa vennero usate come scuderie, in epoca medioevale, e negli scavi sono state trovate ossa di cavalli e cammelli, oltre a una grande quantità di pezzi di metallo usati per la ferratura.

(Da: Jerusalem On Line, 5.8.13)