Oltre 400
reperti di epoca romana – tra cui anfore, monete, ceramiche comuni e pregiate,
contenitori, piatti, fibule, chiavi, laterizi bollati –, sono stati scoperti
nei fondali del fiume Stella dalla missione di archeologia subacquea “Anaxum”,
condotta dall’Università di Udine in collaborazione con la Soprintendenza per i
beni archeologici del Friuli Venezia Giulia. Il ritrovamento è avvenuto durante
la terza campagna di ricerche nella più importante arteria di risorgive del
Friuli. Anaxum (l’antico nome latino dello Stella) è l’unico
progetto e cantiere di archeologia fluviale in Italia, al quale quest’anno
hanno partecipato una dozzina di studenti e laureati provenienti da università
italiane, tedesche e americane. I reperti recuperati, compresi i laterizi,
ammontano a quasi 2 tonnellate e costituivano almeno in parte il carico dello
Stella 1, l’imbarcazione romana il cui relitto giace nel letto del fiume, in
comune di Palazzolo dello Stella.
I risultati delle ricerche sono stati presentati, a Palazzo Belgrado a Udine,
alla presenza, per l’Università di Udine, del coordinatore del progetto Anaxum,
Massimo Capulli, e della coordinatrice del corso di laurea in Scienze e
tecniche del turismo culturale, Simonetta Minguzzi; del Soprintendente per i
beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, Luigi Fozzati; del vicepresidente
della Provincia di Udine, Franco Mattiussi, e dei sindaci e rappresentanti di
comuni del bacino dello Stella (che comprende Bertiolo, Marano Lagunare,
Palazzolo dello Stella, Pocenia, Precenicco, Rivignano, Talmassons, Teor,
Varmo).
Il parco dello Stella. Da oggi partono ufficialmente anche le azioni di
promozione per l’istituzione di un nuovo parco ecostorico dello Stella, il
primo nel suo genere in Italia, che coinvolgerà innanzitutto i Comuni del
bacino del fiume. L’obiettivo è tutelare, conservare e valorizzare il
patrimonio archeologico, naturalistico-ambientale, storico e socio-antropico
che gravita attorno all’area umida dello Stella. Si tratta di un progetto
integrato di tipo territoriale, che coinvolgerà gli stessi abitanti, con le caratteristiche
previste dalle più recenti norme sulla costituzione di parchi archeologici (DM
18/4/2012).
«Il progetto di parco dello Stella – ha spiegato il Soprintendente, Luigi Fozzati
– era stato idealmente prefigurato dal grande botanico ed ecologo friulano
Valerio Giacomini, originario di Fagagna, del quale il 21 gennaio 2014
ricorrerà il centenario della nascita. La riunione di oggi con la presidenza
della Provincia di Udine e i sindaci del bacino dello Stella segna un decisivo
passo avanti verso la realizzazione del nuovo parco con la programmazione delle
azioni e l’individuazione dell’iter istituzionale».
«Accogliamo con favore questa iniziativa – ha detto il vicepresidente della
Provincia di Udine, Franco Mattiussi – che coinvolge un ampio lembo del nostro
territorio situato lungo le sponde dello Stella. Ci impegneremo a collaborare
e, nel limite del possibile, metteremo a disposizione risorse per avviare
questo progetto che, oltre all’importanza scientifica, crediamo possa
rappresentare una valida opportunità per la valorizzazione del territorio con
ricadute e benefici dal punto di vista turistico-economico per le comunità
interessate».
«Si tratta – ha sottolineato la professoressa Simonetta Minguzzi – di una
iniziativa modello che punta a far convergere verso un unico obiettivo le
competenze scientifiche con l’infrastruttura istituzionale, per valorizzare
culturalmente ed economicamente, grazie anche alle possibili ricadute
turistiche, una parte fondamentale del territorio regionale».
Le ricerche nel fiume. La campagna di scavi 2013 del progetto Anaxum,
diretto da Massimo Capulli, è durata 7 settimane e si è concentrata sul sito
dello Stella 1. In questo tratto di fiume, compreso tra il margine sinistro e
il centro alveo per una lunghezza di circa 60 metri, insistono infatti tre
diverse evidenze archeologiche: una struttura lignea lunga circa 6 metri, di
ignota funzione; i resti del relitto Stella 1 (oggetto della campagna 2011), e
una vasta area di dispersione di reperti, solo in parte pertinenti al relitto.
È stato così avviato il recupero documentato di tutti i reperti sparsi su
questo tratto del letto del fiume. In particolare, sono stati messi in luce,
rilevati e scavati 64 metri quadrati dell'area di dispersione. Il lavoro ora
prosegue nei laboratori del dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali
dove è iniziato lo studio degli oltre 400 reperti ritrovati.
«Lo studio dei reperti – ha spiegato il responsabile del progetto Massimo
Capulli, docente di Archeologia subacquea – consentirà di ricostruire le
dinamiche del naufragio e di valutare se l’area di dispersione sia
riconducibile a una sola imbarcazione, oppure se sia l’esito di un più
articolato processo formativo. L’esatta stima dei reperti riferibili al relitto
Stella 1 consentirà inoltre di calcolarne la stazza e completare lo studio
ricostruttivo dello scafo. In futuro avremo così gli elementi per avviare un
progetto di archeologia sperimentale e realizzare una replica navigante di
questo straordinario relitto di 2000 anni fa».
La formazione di archeologi subacquei. Anche quest’anno al team di
ricerche hanno partecipato studenti e laureati; una dozzina di giovani
provenienti dalle università di Udine, Texas A&M (Stati Uniti), consorziata
al progetto Anaxum, nonché di Kiel (Germania), Padova e Pisa. Il progetto
infatti è dedicato anche alla didattica, permettendo agli studenti di
migliorare le capacità subacquee e di capire la pianificazione delle attività e
l'utilizzo e la funzionalità di alcuni degli strumenti utili allo scavo, come
la sorbona (strumento per aspirare i sedimenti) e la lancia ad acqua.
Quest’anno inoltre il gruppo di lavoro ha allestito, in collaborazione con il
Comune di Palazzolo dello Stella, la mostra "SottoSopra – l’archeologia
del fiume Stella in mostra", chiusasi l’8 settembre.
Il progetto Anaxum – Archeologia e storia di un paesaggio fluviale, è
nato nel 2011 dalla collaborazione tra la Soprintendenza per i beni archeologici
del Friuli Venezia Giulia e il dipartimento di Storia e tutela dei beni
culturali dell’Ateneo friulano. Il suo obiettivo è studiare il paesaggio
archeologico del fiume Stella con metodologie d’indagine non invasive e scavi
archeologici mirati. Al progetto collaborano la Texas A&M University e
l’Institute of Nautical Archaeology (College Station, Texas – Stati Uniti),
specializzate nel settore dell’archeologia navale; l’australiana Macquarie
University di Sydney per il telerilevamento; il dipartimento di Matematica e
Geoscienze dell’Università di Trieste e l’Istituto di Scienze marine (Ismar)
del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Bologna per le prospezioni
strumentali, con il supporto tecnico delle ditte Anfibia di Ferrara e ProMare
Inc..
«Il cuore del progetto Anaxum – sottolinea Capulli – è un gruppo di ricerca
interdisciplinare che utilizza il fiume Stella quale laboratorio di ricerca e
di formazione di archeologi subacquei in un ambiente problematico, sviluppando
al contempo tecniche geo?siche integrate e innovative nel campo
dell’archeologia fluviale da esportare negli altri corsi d’acqua».
Fonte: www.archeomedia.net