venerdì 14 novembre 2014

LECHAION. ANTICO PORTO DI CORINTO. NOVITA' DALLE RICOGNIZIONI SUBACQUEE.



Ricognito e mappato l’antico porto di Corinto (Grecia)

Un antico porto greco è stato scoperto e monitorato in corrispondenza della posizione del porto antico di Lechaion, nella zona del moderno Golfo di Corinto, nel Peloponneso.

L'antico porto sommerso copriva una superficie totale di 2.750 metri quadrati. Si estendeva per 911 metri lungo la moderna costa del Golfo di Corinto e il canale di ingresso al porto si trovava sulla parte orientale del porto. Il canale è largo 8,9 metri, mentre un molo occidentale ed altre residue strutture sono stati trovati ad ovest di esso.
Il porto ha svolto un ruolo fondamentale nella storia di Corinto, come era situato a circa 3 km a ovest di dell’antica Corinto e di fronte verso l'Occidente con le sue affollate rotte marittime.
Il ruolo di Corinto è stato molto importante per tutta l'antichità.
Il Ministro della Cultura della Grecia ha annunciato i risultati della stagione di scavi 2013-2014, condotti dalla Soprintendenza alle Antichità subacquee del ministero, l'Istituto SAXO dell'Università di Copenaghen e l’Istituto Danese di Atene.

Gli archeologi hanno lavorato con l'Università di Patrasso sulla ricerca geologica utilizzando ciò che questi ultimi chiamano un “3D parametric sub-bottom profiler" (1), un'invenzione che elaborerà i dati per dare una mappa dettagliata della stratigrafia della zona. La ricerca è stata finanziata nel 2014 dalla Fondazione Agostino di Danimarca e supervisionato dal Dr. Dimitris Kourkoumelis e il Dr. Bjorn Loven.

Come il Ministero della Cultura ha annunciato, in merito al canale di ingresso, otto cassoni - sono stati trovati, pieni di ciottoli di piccole e medie dimensioni miste a malta per strutture marine - o strutture di contenimento a tenuta stagna. Queste strutture uniche, che si trovano in nessun altro luogo in Grecia, servirono come piani di ampliamento del porto con l'aggiunta successiva di un altro molo.

Il "3D parametric sub-bottom profiler" è predisposto per fornire un sacco di informazioni dello sviluppo costiero e come si è evoluto nel tempo, ma è anche previsto per rivelare le sezioni ancora sepolte sul porto o gli oggetti ancora sommersi.

FONTE:  http://greece.greekreporter.com/2014/10/31/ancient-greek-port-revealed-near-corinth-peloponnese/

Traduzione italiana: Gianantonio Urbani

(1)   Il 3D parametric sub-bottom profiler è un apparecchio per la misurazione del profilo batimetrico del fondale marino. Ci permette di conoscere con precisione l'andamento morfologico del fondale e attraverso gli impulsi trasmessi e poi ricevuti di ritorno traccia la morfologia del fondale marino.


 Nella cartina sulla sinistra la collocazione del porto di Lechaion


Una foto aerea del luogo della ricognizione. Si notano alcune infrastrutture portuali antiche.




venerdì 7 novembre 2014

HIPPOS-SUSSITA, CITTA' DELLA DECAPOLI (ISRAELE). NUOVE CONFERME DOPO LA CAMPAGNA ESTIVA DI SCAVI

Riporto un articolo del direttore degli scavi di Hippos-Sussita, una città della Decapoli presso il Mar di Galilea, professor Michael Eisenberg dell'Università di Haifa - Zinman Institute of Archaeology



Gli archeologi scavano la devastazione
di un terremoto in una città romana:
il caso Hippos-Sussita

Arroccata sulla cima della montagna di Sussita, vicino alla riva orientale del Mare di Galilea, le rovine della città offrono una vista stupenda di questo antico lago. Una delle dieci città della Decapoli, è stata una enclave ellenistico-romana nell'antica Palestina durante il culmine dell'Impero Romano. Nota poi come Antiochia-Hippos, le sue rovine sono ora in fase di studio e di scavo da squadre di archeologi, studenti e volontari. Fino ad oggi hanno portato alla luce una ricchezza di manufatti e una serie di strutture di epoca ellenistica, romana, bizantina e ommayadi che coprono un periodo di mille anni, dal II secolo a.C. all’VIII sec. d.C.
Tra i resti rinvenuti vi sono colonne rovesciate e strutture danneggiate, la prova di un violento terremoto che distrusse la città nel 749 CE. Fu la fine di Antiochia-Hippos. I suoi abitanti la abbandonarono, per non tornare mai più. Ma gli archeologi hanno recentemente scoperto la prova di un altro terremoto avvenuto in precedenza ad Hippos. Questo si verificò nel 363 d.C., ed ha lasciato la città gravemente danneggiata, ma riedificabile. Durante l'ultima stagione di scavi il team ha scoperto una serie di resti scheletrici umani schiacciati sotto un tetto crollato della Basilica della città, considerata la più grande struttura della città stessa tra i principali edifici pubblici situati al centro del mercato. Tra i resti scheletrici sono stati quelli di una donna con un pendaglio d’oro, ciondolo a forma di colomba. Gli scheletri sono stati datati prima del 363 d.C. anno del terremoto, a causa di monete rinvenute tra il pavimento Basilica e altri elementi architettonici. In un altro luogo, hanno scoperto la prova della stessa distruzione del terremoto all'interno di un complesso termale romano. "Sotto le macerie del terremoto del 363 abbiamo trovato parte di una statua romana. È stata trovata la superba maestria romana in marmo, però solo la gamba destra di un uomo muscoloso appoggiato a un tronco”, ha detto M. Eisenberg a Discovery News.
L'esame dei resti della statua hanno suggerito un'altezza di oltre 6 metri, ma non c'erano indicazioni relative all'identità del soggetto. Gli scavi hanno dimostrato che Hippos ha subito un periodo di ricostruzione dopo il primo terremoto del 363, ma c'era un gap di circa 20 anni prima che la ricostruzione si fosse verificata almeno in alcune sezioni della città. Questo aspetto è stato segnalato da decine di monete trovate nella costruzione bizantina di circa un metro al di sopra della basilica romana e rimane datato a circa 383 d.C., senza alcun intervento di ricostruzione. Il bagno pubblico non è mai stato ricostruito nella sua posizione originale, ma un altro stabilimento balneare è stato costruito più tardi a circa 500 metri a nord-est.

Le prove emerse dagli scavi delle stagioni precedenti in combinazione con le più recenti scoperte stanno cominciando a dipingere l'immagine di una città ellenistico-romana prima, durante, e dopo due grandi terremoti. "Finalmente i risultati si stanno unendo per formare un chiaro quadro storico-archeologico", ha detto Eisenberg al Jerusalem Post.
Fondata inizialmente dai Seleucidi come enclave greco-romana, Antiochia-Hippos una volta controllava due strutture portuali sul lago e la campagna circostante. Hippos faceva parte della "Decapoli", un gruppo di dieci città nella Palestina romana, che vengono mantenute come isole culturali greco-romane nel Vicino Oriente.
L’ultima distruzione, quella del terremoto del 749 d.C. fu così grave che Hippos fu lasciata nei secoli senza soluzione di ricostruzione e, insieme con il suo relativo isolamento e duratura costruzione basaltica, si è conservata molto simile a come è stato lasciata nel VIII secolo.  Per oggi Hippos è, per gli archeologi, da esplorare.
Dal 2000, un team di archeologi, specialisti, studenti e volontari dell'Istituto Zinman di Archeologia, Università di Haifa e di altre istituzioni sono stati i protagonisti dello scavo del sito. Eisenberg spera che la squadra troverà ulteriori parti della statua nella prossima stagione 2015, una volta che sono stati spostati più detriti lasciati dal terremoto. Lui e il suo team continuerà inoltre gli scavi presso la Basilica, il Bastione (fortificazione), il complesso dei bagni dell’area sud romano-bizantina, e ad ovest il decumanus maximus (strada principale est-ovest della città), oltre al lavoro di conservazione su strutture che sono state precedentemente riportate alla luce attraverso gli scavi.  
Maggiori informazioni sul progetto di scavo di Hippos-Sussita possono essere acquisite presso il loro sito web. Sono attualmente aperte le richieste per una nuova partecipazione alla stagione estiva di scavo 2015, che inizierà il 19 Luglio 2015.

Un articolo dettagliato su Hippos-Sussita e gli scavi si possono trovare anche in Popular Archaeology Magazine.

Traduzione italiana: Gianantonio Urbani – SBF Gerusalemme

L'articolo integrale, corredato di belle foto, in lingua inglese si può trovare a questo indirizzo:

http://popular-archaeology.com/issue/fall-09012014/article/archaeologist-excavate-earthquake-devastated-roman-city

martedì 28 ottobre 2014

RITROVAMENTI EPIGRAFICI A GERUSALEMME



A Gerusalemme, un’iscrizione di duemila anni fa in onore dell’imperatore Adriano

Lo straordinario reperto getta luce sulla cronologia della città fra la prima e la seconda rivolta degli ebrei contro i romani



 foto dell'iscrizione trovata

“Una delle più importanti iscrizioni latine mai scoperte a Gerusalemme”
Un monumentale frammento di pietra con incisa una scritta di duemila anni fa è stato recentemente portato alla luce dagli archeologi della Israel Antiquities Authority nel corso di scavi effettuati a Gerusalemme, poco a nord della Porta di Damasco. “Si tratta dei una delle più importanti iscrizioni latine mai scoperte a Gerusalemme”, spiegano i ricercatori.
Sulla massiccia lastra di calcare larga circa un metro è chiaramente leggibile un’iscrizione dedicata all’imperatore romano Adriano, famoso per aver attuato dure politiche anti-ebraiche tra cui disposizioni che mettevano fuori legge il rispetto del Sabato e vietavano agli ebrei di pregare e di praticare la circoncisione.
I ricercatori hanno tradotto le sei righe incise in latino: 

“All’imperatore Cesare Traiano Adriano Augusto, figlio del divo Traiano Partico, nipote del divo Nerva, sommo sacerdote, investito del potere tribunizio per la 14esima volta, console per la terza volta, padre della patria, (dedicato dalla) X Legione Fretensis Antoniniana”.

Spiegano Avner Ecker e Hannah Cotton, dell’Università di Gerusalemme, che l’iscrizione venne dedicata all’imperatore Adriano dalla Decima Legio Fretensis nell’anno 129/130 e.v e riveste estrema importanza giacché getta luce sulla data della visita dell’imperatore Adriano a Gerusalemme e sulla cronologia della ricostruzione della città dopo la sua distruzione ad opera di Tito nel 70 e.v., dimostrando che solo 60 anni più tardi era stata in gran parte ricostruita.
Secondo Rina Avner e Roy Greenwald, della Israel Antiquities Authority, la Decima Legio Fretensis (famosa anche per la sua partecipazione all’assedio di Masada) restò di guarnigione nella città in rovina dopo la prima rivolta e dedicò il monumento all’ingresso della città ad Adriano in vista della sua storica visita del 130 e.v. Due anni dopo la visita di Adriano, la provincia venne sconvolta da una seconda insurrezione giudaica contro Roma conosciuta come la rivolta di Bar Kochba.
“Siamo di fronte a una straordinaria scoperta di enorme importanza storica” dice Rina Avner, che ha diretto lo scavo, parlando davanti al Museo Rockefeller di Gerusalemme, e spiega che la lastra è stata rinvenuta durante gli scavi in una cisterna di epoca bizantina venuta alla luce in un cantiere edile su Via Nablus. Per costruire la cisterna, era stata usata come chiave di volta la pietra con l’iscrizione romana. “Nell’antichità, come oggi – spiega l’archeologa – era consuetudine riciclare materiali da costruzione, e così l’iscrizione ufficiale venne evidentemente rimossa dalla sua posizione originale e integrata nella costruzione della cisterna”.

Secondo la Israel Antiquities Authority l’iscrizione, unita a reperti precedenti, potrebbe aiutare a precisare le cause della rivolta di Bar Kochba, la sfortunata ribellione ebraica del II secolo contro i romani che segnò la definitiva perdita della sovranità ebraica e l’avvio dell’esilio nella diaspora. Le ragioni della rivolta sono tutt’ora oggetto di discussione: non è chiaro se gli ebrei fossero stati provocati da aspre misure romane o se si sollevarono in modo autonomo.
A proposito della scoperta, Avner dice che il frammento di pietra “costituisce una significativa e tangibile conferma del resoconto storico circa la presenza della X Legione a Gerusalemme durante il periodo tra le due rivolte (66-70 e 132-135 e.v.), e forse anche della posizione dell’accampamento militare della legione nella città e dunque di una delle possibili cause dello scoppio della rivolta di Bar Kokhba, terminata con l’istituzione di Aelia Capitolina, il nome che i romani imposero a Gerusalemme quando cambiarono anche il nome del paese da Giudea in Syria Palaestina, dopo aver represso nel sangue l’ultima sollevazione ebraica.

(Da: YnetNews, Jerusalem Post, Times of Israel, 21.10.14)

lunedì 13 ottobre 2014

PROGETTO ANAXUM 2014 - ARCHEOLOGIA DI UN PAESAGGIO FLUVIALE - LE RICOGNIZIONI NEL FIUME STELLA

Cari lettori e lettrici, desidero porre la vostra attenzione in una particolare azione dell'archeologia subacquea: lo scavo e la ricognizione in un fiume. Non è certo opera facile e richiede molta attenzione e concentrazione. E' la campagna di scavo estiva presso il fiume Stella, l'antico Anaxum dei romani, dove l'Università di Udine sta svolgendo le campagne di scavo estive. Godetevi la visione! E bravi, anzi eccellenti al prof. Massimo Capulli ed allo Staff!




martedì 7 ottobre 2014

7 OTTOBRE - Memoria della nascita al Cielo di p. Bellarmino Bagatti OFM


La data odierna è molto importante per i Frati Francescani di Gerusalemme perchè in seno allo Studium Biblicum Franciscanum è vissuto p. Bellarmino Bagatti che oggi viene ricordato nell'anniversario della sua nascita al Cielo. A lui un particolare ricordo ed una invocazione per la protezione dei Luoghi Santi, soprattutto per Nazareth, la Casa di Maria verso la quale p. Bellarmino ha dedicato la sua vita di archeologo e frate.

Ecco qui un breve profilo della sua magnifica esistenza nel ricordo dell'archivio SBF:



Il 7 ottobre 1990, nel Convento francescano di San Salvatore a Gerusalemme ha concluso la sua giornata terrena Padre Bellarmino (Camillo) Bagatti dell’Ordine dei Frati Minori. Al suo funerale si è avuta una partecipazione numerosa e commossa di sacerdoti, religiose, religiosi, laici, amici arabi e israeliani. Ha presieduto la concelebrazione il Patriarca emerito di Gerusalemme, Sua Beatitudine Mons. Giacomo Beltritti, assistito dal Vescovo ausiliare di Amman, Mons. Selim Sayegh. Erano presenti prelati delle differenti Comunità cristiane e rappresentanti delle scuole bibliche e archeologiche di Gerusalemme.
Padre Bagatti nacque a Lari (Pisa) l’11 novembre 1905. A 17 anni vestì l’abito di san Francesco sul Monte della Verna in Toscana e a 23 anni fu ordinato sacerdote. Nel 1931 fu inviato al Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana in Roma, dove nel 1934 conseguì brillantemente il titolo di Dottore in Archeologia Cristiana. La sua tesi su “Il Cimitero di Commodilla o dei Martiri Felice ed Adautto sulla via delle sette chiese” fu pubblicata nel 1936 come primo numero della collana dell’Istituto “Roma sotterranea cristiana. Nuova Serie”.
Dal 1935 fu Professore di topografia di Gerusalemme e archeologia cristiana presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Con il Padre Sylvester Saller nel 1941 dette inizio alla serie “SBF Collectio Maior” e nel 1951, insieme al Padre Donato Baldi, fondò la rivista “SBF Liber Annuus”. Nel decennio 1968-1978 fu Direttore dello Studium. Sotto la sua guida l’Istituto ampliò programmi e attività, e crebbe il numero dei professori e degli studenti. Per molti anni fu anche insegnante nello Studio Teologico Internazionale della Custodia di Terra Santa. Guidò generazioni di studenti nelle escursioni in Terra Santa e fuori. I suoi meriti sono stati riconosciuti con decorazioni e nomine diverse: Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (1955), Commendatore (1966), Socio Onorario della Accademia Mariana Salesiana (1974), Commissario Corrispondente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra (1977), Membro Corrispondente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia (1979), Membro Corrispondente della Pontificia Accademia Teologica Romana (1982).
Prese parte attiva a non pochi congressi internazionali su Archeologia, Bibbia, origini del culto alla Vergine e a san Giuseppe, letteratura apocrifa. Collaborò a dizionari e enciclopedie (Enciclopedia Cattolica, Dictionnaire de la Bible Supplément, Dizionario Patristico e di Antichità Cristiane, ecc.). Ha curato varie riedizioni di antiche opere di Palestinologia (itinerari in Terra Santa e illustrazioni di santuari e monumenti dei secoli XIV, XVI, XVII e XVIII) corredandole di introduzioni e note. La sua bibliografia comprende una ventina di opere e varie centinaia di articoli. La lista completa apparirà in Liber Annuus 40 (1990).
In occasione del suo 70mo compleanno fu onorato con la pubblicazione di due volumi di studi archeologici, esegetici e patristici presentati da ricercatori di varie parti del mondo e di differenti istituzioni culturali.
Ha compiuto scavi a Roma: Cimitero di Commodilla (1933-34); in Terra Santa: Santuario delle Beatitudini (1936), Visitazione ad Ain Karem (1938), Emmaus-Qubeibeh (1940-44), Betlemme (1948), Dominus Flevit sul Monte degli Olivi (1953-55), Nazaret (1954-1971), Monte Carmelo (1960-61); in Giordania: Monte Nebo (1935) e Khirbet el-Mukhayyat (in diverse epoche).
Prestava volentieri la sua opera a iniziative di formazione permanente e di aggiornamento. Nel 1969 diede inizio a un “Corso di aggiornamento biblico-teologico” che ogni anno raccoglie un centinaio di religiose e religiosi del Medio Oriente (Israele, Giordania, Cipro, Libano). Numerosi pellegrini, specialmente sacerdoti e seminaristi, ascoltarono le sue conferenze sulla storia dei santuari e le antichità cristiane di Palestina.
La sua opera è ben nota agli studiosi di tutto il mondo. I santuari di Terra Santa non sono più considerati semplicemente pie tradizioni francescane. I suoi scavi hanno mostrato che in parecchi casi la tradizione ha conservato tenacemente memoria di luoghi di culto e di comunità cristiane che si succedettero sul medesimo posto fin dai primissimi decenni dell’era cristiana. Per la prima volta ha acquistato un volto concreto, documentato dal punto di vista archeologico, la Chiesa primitiva giudeo-cristiana di cui parla il Nuovo Testamento e la letteratura patristica. Padre Bagatti rivolse la sua attenzione agli umili resti di monumenti cristiani dispersi nei villaggi della Palestina e delle regioni limitrofe. L’amore per l’arte, che aveva respirato da giovane a Firenze, non lo lasciò mai. Quando non poté più praticare scavi Padre Bagatti si dedicò all’iconografia. Il suo incontro con la mentalità giudeo-cristiana lo orientò verso la letteratura apocrifa, che egli apprezzò come testimonianza della fede cristiana di origine ebraica e talvolta come veicolo di memorie antiche sui luoghi e sui personaggi evangelici.
Quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo personalmente hanno apprezzato la sua amabilità accogliente, sempre pronta a suggerire e incoraggiare; uno studioso che metteva a disposizione di chiunque lo richiedesse le sue estese conoscenze e la sua prodigiosa memoria. Maestro libero e sereno, evitava le polemiche amare e settarie accogliendo la verità da qualunque parte venisse; aperto alla collaborazione con tutti, offriva i suoi contributi con semplicità e modestia. Padre Bagatti è stato un vero Frate Minore umile, signorile e affabile, lieto e laborioso. Sacerdote autentico, era da tanti apprezzato anche come guida spirituale. “La sua memoria resta in benedizione!” (1Mac 3,7)