http://www.terrasanta.net/tsx/lang/it/p10919/Inaugurata-la-sezione-archeologica-del-Terra-Sancta-Museum
venerdì 29 giugno 2018
venerdì 11 maggio 2018
Incontro sulle "antichità romane" di Gerusalemme
Carissimi e carissime,
per chi fosse interessato, vi segnalo questa serata al museo di Castelnovo di Isola Vic.na. Una serata dove incontreremo "Roma" presso Gerusalemme. A presto!
mercoledì 28 marzo 2018
mercoledì 24 gennaio 2018
lunedì 15 gennaio 2018
martedì 19 dicembre 2017
Ritiro per i volontari italiani presenti in Terra Santa presso la Grotta della Natività a Betlemme - 19 dicembre 2017
Per chi desidera, di seguito ho riportato il testo del ritiro di Natale ai volontari italiani presenti in Terra Santa.
Lettura Fil 3,
20b-21
Aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Antifona
O Germoglio di Iesse, che ti innalzi come segno per i popoli: tacciono davanti a te i re della terra,
e le nazioni t’invocano: vieni a liberarci, non tardare.
Aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Antifona
O Germoglio di Iesse, che ti innalzi come segno per i popoli: tacciono davanti a te i re della terra,
e le nazioni t’invocano: vieni a liberarci, non tardare.
O
Radix Jesse,
qui stas in signum populorum, super quem continebunt reges os suum, quem gentes
deprecabuntur: veni ad liberandum nos, jam noli tardare.
Proposta di riflessione
Grazie di cuore per avermi invitato a condividere un tempo
di ritiro, di riflessione e di festa qui a Betlemme dove possiamo “prendere il
pane” nella casa dove Dio ha posto la sua dimora.
Carissimi e carissime, veniamo qui stasera a prendere un
nutrimento spirituale affinché la nostra vita continui ad essere un dono per
gli altri, come fece il Signore Gesù che
passò sanando e beneficando tutti (cfr. At 10,38). Lo dicono coloro che
sono stati con lui e in modo particolare l’apostolo Pietro.
Vi propongo per questa sera una delle antifone “O”;
difficile capire da dove si siano originate, ma sappiamo che già al VI sec.
sono pregate e cantate dalla comunità cristiana di Roma. Testimoniate da Boezio
Severino e Gregorio Magno, che diventeranno poi santi, queste antifone ora ci
preparano al Natale del Signore. Siamo invitati quindi ad invocare il Signore
Dio come "Radice di Iesse"[1], sono quegli "inizi
vitali" che hanno generato il Verbo della vita. Sono gli inizi della
creazione, gli inizi di una discendenza, sono gli inizi della nostra vita, sono
gli inizi di ogni azione che porta accoglienza e pace a chi incontriamo lungo
il nostro cammino, sono gli inizi di quando ci apprestiamo ad intraprendere una
nuova pagina della nostra vita.
Possiamo pensare e credere all'infinita bontà e
misericordia di Dio, che venendo a porre la sua dimora in mezzo a noi, ha
liberato ogni uomo dalle potenze del mondo. L'antifona "O" odierna
esprime la grande forza di questo nostro Dio, onnipotente nell'amore e lento
all'ira. È un germoglio che è stato generato da coloro che hanno preparato la
sua venuta ed lo hanno salutato da lontano e nonostante tutto è giunto fino a
noi oggi. Pensare e credere che QUI
il Signore Gesù ha posto la sua dimora e da qui, assieme a Giuseppe e Maria è
ritornato alla vita ordinaria di Galilea, pensare e credere questo significa
che abbiamo in cuore e nelle nostre menti il segno della sua presenza, la
manifestazione del suo Spirito affinché diventi utilità per tutti. Trova qui
senso, direzione, via, accampamento (in senso biblico ovviamente, perché qui
abbiamo delle grotte…) la grandezza di Dio che si è fatto uno di noi, che si è
così abbassato per vivere la nostra esistenza, meglio ancora le nostre
esistenze. Il segno quindi per i popoli è andato a segno, cioè la misura che
Dio ha preparato per la salvezza dei popoli ha raggiunto il cuore umano, e se
ciascuno lo desidera in cuore, può essere salvato perché Egli, il Signore, è causa di salvezza eterna. (cfr. Eb
5,7-9)
“…tacciono davanti a te i re della terra…”. Talvolta invece le "nazioni" sono quasi l'opposto.
Si misurano nella potenza del parlare e sembra vincere chi ha la voce più
forte, quando non è arrogante e pesante nel linguaggio, si contano la forza delle
armi e degli armamenti in genere, si scatenano ire tra nazioni e contro altre
nazioni e vi è sempre la legge del forte sul debole. QUI invece vale la legge
del silenzio, anzi direi di più, vale la legge del frutto del silenzio. Mentre
a Betlemme invochiamo nella Santa Notte, la nascita del Salvatore, a
Gerusalemme si innalzano preghiere e suppliche affinché Dio salvi il suo
popolo: “Gerusalemme Città di Dio, su di te sorgerà il Signore… in te apparirà
la sua gloria…” è il responsorio di preghiera che in queste settimane si recita.
Il Dio di Gesù Cristo invece ha rovesciato questa prospettiva umana e terrena,
quella prospettiva che spesso regna sovrana del forte sul debole e che vediamo
spesso anche in Medio Oriente è invece rovesciata completamente da un bambino
che giace in una mangiatoia e quando anche i grandi della terra giungono qui si
abbassano per qualche momento e comincia il silenzio. Noi oggi siamo qui anche
per affidare una parola di intercessione, una parola di preghiera per le tante
situazioni di bambini che qui e nel mondo soffrono a causa della malattia per
eccellenza dell’uomo, la sclerocardia, la durezza di cuore. È una
sclerosi, un indurimento, che colpisce il centro del nostro essere e operare
con bontà, tocca quella facoltà con la quale si può vedere l’Invisibile. Ovvio
che si può guarire altrimenti il sacrificio del Signore sarebbe stato vano. C’è
bisogno di fidarci di lui e di non mollare la presa.
Vado quindi ad attingere ad uno dei Giganti che ha vissuto
qui, a pochi passi da dove siamo ora, là dietro… (la grotta di Girolamo, c’è
ancora il suo sepolcro, ma il corpo fu traslato a Roma nel XII sec.[2]), ebbe quindi a dire in
una delle omelie che fece in questa chiesa:
«Potessi
vedere ancora quella mangiatoia dove fu deposto il Signore. Ora noi, come se
questo fosse ad onore di Cristo, abbiamo tolto quella di fango e ne abbiamo
messa una d’argento; ma, per me, era molto più preziosa quella che è stata
tolta. Argento e oro convengono al paganesimo, alla fede cristiana conviene che
sia di fango quella mangiatoia! Colui che là è nato, in quella mangiatoia,
disprezza l’oro e l’argento. Non intendo condannare chi ha fatto questo
pensando di rendere onore a Cristo (non condanno neppure quelli che fecero le
suppellettili d’oro per il tempio) però ammiro di più il Signore che, pur
essendo il creatore del mondo, non nasce in mezzo a oro e argento ma nel fango». Girolamo, Omelia per la Natività del
Signore (fine IV sec. d.C.)
Propongo infine visivamente una immagine. Questa passerà
tra di voi. È un germoglio che spunta in mezzo al deserto, segno della vita che
supera ogni condizione, a prima vista brulla e inospitale. Se la natura opera
così attorno a noi, proviamo a pensare quanto l’amore di Gesù, autore e
perfezionatore della fede, possa agire in noi e nelle nostre vite! Credo anche
al di là di ogni aspettativa e previsione. Posso pensare che in questo tempo
ognuno di noi, di voi porti in cuore dei sogni, delle previsioni per il futuro,
delle responsabilità; questo è il tempo che il Signore di dà per portare a
compimento la sua Parola fatta carne. In questa casa di Dio che è Betlemme
possiamo chiedere al Signore di liberare la nostra vita se vediamo che è bloccata
da qualcosa o da qualcuno. Siamo nel tempo giusto e favorevole per dire a Gesù:
Vieni Gesù, Maranathà! Un germoglio
di vita e amore possa spuntare per ciascuno di noi.
Har Karkom. Deserto del Negev centrale.
Vieni allora Gesù a liberarci, vieni non tardare. Noi siamo qui e attendiamo la tua venuta.
Responsorio
Vieni a liberarci, Signore, * Dio dell'universo.
Vieni a liberarci, Signore, Dio dell'universo.
V. Mostraci il tuo volto, e saremo salvi,
Dio dell'universo.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Vieni a liberarci, Signore, Dio dell'universo.
Vieni a liberarci, Signore, * Dio dell'universo.
Vieni a liberarci, Signore, Dio dell'universo.
V. Mostraci il tuo volto, e saremo salvi,
Dio dell'universo.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Vieni a liberarci, Signore, Dio dell'universo.
Grazie
e augurissimi di Buon Natale e Felice Inizio di Nuovo Anno 2018
Il
Signore Gesù vi dia gioia e pace!
[1] “Un germoglio
spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo Spirito del Signore, spirito di sapienza e
d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di
timore del Signore. (…) Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si
sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e
un piccolo fanciullo li guiderà”. Isaia
11,1-10
[2] Le reliquie di san Girolamo sono
nell’urna di porfido dell’altare papale di S. Maria Maggiore. I resti
pervennero alla basilica nel XII secolo e furono riposti all’ingresso
dell’Antrum Praesepi; nel 1409 la famiglia Guaschi li fece collocare in un
altare appositamente costruito. Nel 1424, per mezzo di un lascito del cardinale
Pietro Morosini, le ossa furono riposte in una cassetta d’argento del costo di
100 fiorini. Per la costruzione della cappella Sistina o del SS. Sacramento,
Sisto V fece demolire la precedente, dedicata a S. Girolamo, al cui altare
quattrocentesco si veneravano i resti. Secondo una leggenda il canonico
Ludovico Cerasola, per evitare un'eventuale loro traslazione alla chiesa di S.
Girolamo degli Schiavoni, li nascose nel pavimento a destra del presbiterio. In
seguito il cardinale Domenico Pinelli riesumò la cassa d’argento contenente il
corpo di S. Girolamo e la pose sotto la confessione. Rinvenuta la cassetta nel
1747 fu collocata definitivamente all’altare del Papa. Una sua reliquia si
espone a S. Onofrio al Gianicolo. S. Girolamo nacque verso il 340 in una
cittadina nei pressi d'Aquileia e morì a Betlemme nel 420; fu un fautore del
culto delle reliquie. (SICARI G. Reliquie
insigni e “Corpi santi” a Roma, Roma 1998)
mercoledì 6 dicembre 2017
TRA I "GIGANTI" DELLO STUDIUM BIBLICUM FRANCISCANUM, OGGI LA MEMORIA DELLA SALITA AL CIELO DI PADRE VIRGILIO CORBO OFM (8.7.1918 - 6.12.1991)
Scavi a Macheronte (Giordania) 1978-1981. In alto sotto l'ombrellone p. Virgilio alla direzione di scavo. (foto Archivio SBF - Gerusalemme)
Ricordiamo Padre
Virgilio Canio Corbo nel giorno dell'anniversario della
salita al Cielo. La memoria ci è particolarmente cara in quanto fu uno dei
"giganti" nella storia dello Studium Biblicum Franciscanum e nella
ricerca archeologica legata ai Luoghi Santi del Nuovo Testamento. In
particolare la ricerca condotta presso Cafarnao attorno al lago di
Galilea portò la scoperta della casa dell'apostolo Pietro e del
villaggio/città del Nuovo Testamento. Possiamo leggere qualche parola
scritta da p.Virgilio nel rapporto di scavo su Cafarnao. La foto conclusiva riporta p. Virgilio (in piedi) mentre guarda il confratello p. Stanislao Loffreda
durante lo scavo di Cafarnao.
L'INSULA SACRA (la stanza venerata sulla casa di Pietro apostolo)
“Lo scavo dell'insula sacra ci ha permesso di tracciare un piano più
accurato e completo di un edificio ottagonale, già scavato parzialmente agli
inizi del secolo. Attraverso il ritrovamento di una vasca battesimale sul lato
orientale, è stato possibile accertare il carattere cristiano dell'edificio, il
quale - in base ai ritrovati - va datato verso gli inizi del periodo bizantino.
Il suddetto livello bizantino è preceduto da un livello del periodo
romano tardivo la cui nota distintiva è costituita da una domus ecclesia
separata dal resto della città da un imponente muro di cinta.
A partire da questo livello sono state praticate diverse trincee
attraverso le quali si è potuto seguire la lunga storia di questa insula a
cominciare dal tardo periodo ellenistico.
In base ai ritrovati archeologici e alle fonti letterarie, una di queste
umili abitazioni è stata identificata come la casa di San Pietro. Attorno a
questa abitazione, già trasformata in domus ecclesia nel periodo romano
antico, visse ininterrottamente una comunità di Giudeo-cristiani fino a quando
i Bizantini smantellarono i vecchi edifici per erigervi un edificio più
armonioso a pianta centrale”.
Grazie P. Virgilio! Tutto il bene, la ricerca, gli studi e gli scavi offerti non sono andati persi ma ne beneficiamo tutti!
martedì 5 dicembre 2017
IN MEMORIA DI P. VIRGINIO (GIUSEPPE) RAVANELLI OFM A TRE ANNI DALLA SALITA AL CIELO
In memoria di p. Virginio Ravanelli Ofm
Risuona forte la sua testimonianza di vita vissuta con queste sue parole:
"Soprattutto ringrazio Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Per dono di Dio ho raggiunto 70 anni, ma lungo il percorso ho avuto vari incidenti.
Qui voglio ricordare tre grazie particolari. Agosto 1928: caddi in una fontana piena di acqua. Per salvarmi la Provvidenza si servì di un cavallo che segnalò la disgrazia a un contadino. Agosto 1932: fui colpito contemporane amente da tifo e meningite e giacqui sul letto per cinque giorni come morto; poi mi ripresi. Il medico curante diceva: “Quello io lo conosco intus et foris. È morto due volte”. Luglio 1955: ricevetti la terza grazia quando, pazzo temerario e avendo in testa le imprese militari dei Faraoni, volli fare il bagno nel porto di Ugarit e corsi il pericolo gravissimo di annegare. Dio mi conser vò la direzione della riva e fui salvo. Nessuno se ne accorse; ne rendo testi monianza ora qui".
Padre
Virginio (Giuseppe) Ravanelli frequentò le Scuole Medie, il Liceo-Ginnasio e la
Filosofia negli anni 1938-1947 a Villazzano, Campo Lomaso e Rovereto.
Seguì
gli studi di Teologia nello Studentato Teologico di S. Bernardino
(TN) negli anni 1947-1951. Ha frequentato gli studi
per il Baccellierato, la Licenza e il Dottorato al PAA
(Roma) e allo SBF (Gerusalemme) negli anni 1952-1957. Il
16 Maggio 1954 conseguì la Licenza in Re Biblica alla
Pontificia Commissione Biblica con il massimo dei voti.
Il
27 Giugno 1957 difese la tesi dottorale al PAA, dal
titolo: Psalmus 89 (88). Compositio - Doctrina. ricevendo
il massimo dei voti. Conseguì presso il PAA il
titolo di Dottore in Teologia Biblica il 13 Febbraio 1981 con la pubblicazione
della Pars Dissertationis della tesi, dal
titolo: Aspetti letterari del Salmo 89. (Pars Dissertationis, Thesis ad
Lauream n. 262), Jerusalem 1980.
Fu
Lettore di S. Scrittura dal 1957 al 1973 presso
lo Studentato Teologico S. Bernardino (TN), dove
insegnò il corso completo di Antico e Nuovo Testamento e la lingua Ebraica.
Dal
1973 fu Professore di S. Scrittura presso lo STJ dove insegnò Antico
e Nuovo Testamento e dove fece la Guida delle escursioni bibliche
fino al 1994.
Dal
1974 fu Professore allo SBF di Ebraico Biblico, di
Esegesi Antico Testamento, e Guida delle escursioni bibliche
fino al raggiungimento dei limiti di età previsti dall’ordinamento
universitario.
Fu
grande e maestosa l’impronta lasciata soprattutto nell’ambiente biblico e nella
conduzione delle escursioni, parte integrante del programma accademico dello
Studium Biblicum Franciscanum. Lo possiamo sicuramente considerare uno dei
Padri Fondatori di questa importante disciplina accademica necessaria per
capire ed entrare nel contesto biblico.
Grazie
padre Virginio!
Per un approfondimento si guardi il sito web:
http://sbf.custodia.org/default.asp?id=1654
Per un approfondimento si guardi il sito web:
http://sbf.custodia.org/default.asp?id=1654
giovedì 26 ottobre 2017
26 ottobre 2008 - 26 ottobre 2019 In memoria di padre Michele Piccirillo, frate francescano
Ricordiamo oggi l'anniversario della salita al Cielo di padre Michele Piccirillo, frate francescano e archeologo della Terra Santa. La sua opera instancabile di ricerca, studio, divulgazione sulla Terra Santa ci spinge a continuare il lavoro che lui intraprese e che portò a grandi traguardi di conoscenze sulla geografia, l'archeologia, la topografia del Vicino Oriente. Tutto ciò fu una formidabile azione di vita per alimentare e arricchire l'esegesi delle Scritture. Con competenza, generosità e convinzione ne seguiamo le orme.
In un libretto "fortunato" dal titolo Vangelo e Archeologia, a margine delle conclusioni sullo scavo di Cafarnao presso il lago di Galilea, p. Michele scrisse:
“Se queste sono le conclusioni, forse non è imprudente invitare l’esegeta a rileggere le pagine corrispondenti al Vangelo di Marco tra le casupole di Cafarnao ritrovato e tirarne le conseguenze. Ne potremo concludere che prima o dopo anche la prudenza dell’esegeta dovrebbe diventare desiderio di informazione in un confronto onesto e senza preconcetti tra le conclusioni di due metodi di ricerca che forse non si oppongono ma si completano. Solo allora l’archeologia delle origini cristiane raggiungerebbe il suo scopo primario, che non è quello di dare certezze ma di aiutare a porre e a risolvere dei problemi storici. Se servisse a sbloccare il problema che assilla ogni esegeta che si pone anche delle domande concrete, storiche, l’archeologia renderebbe alla scienza e alla comunità cristiana di oggi un servizio certamente auspicabile”
In un libretto "fortunato" dal titolo Vangelo e Archeologia, a margine delle conclusioni sullo scavo di Cafarnao presso il lago di Galilea, p. Michele scrisse:
“Se queste sono le conclusioni, forse non è imprudente invitare l’esegeta a rileggere le pagine corrispondenti al Vangelo di Marco tra le casupole di Cafarnao ritrovato e tirarne le conseguenze. Ne potremo concludere che prima o dopo anche la prudenza dell’esegeta dovrebbe diventare desiderio di informazione in un confronto onesto e senza preconcetti tra le conclusioni di due metodi di ricerca che forse non si oppongono ma si completano. Solo allora l’archeologia delle origini cristiane raggiungerebbe il suo scopo primario, che non è quello di dare certezze ma di aiutare a porre e a risolvere dei problemi storici. Se servisse a sbloccare il problema che assilla ogni esegeta che si pone anche delle domande concrete, storiche, l’archeologia renderebbe alla scienza e alla comunità cristiana di oggi un servizio certamente auspicabile”
La persona di p. Michele raccontata da p. Claudio Bottini e p. Massimo Luca
giovedì 8 giugno 2017
martedì 6 giugno 2017
mercoledì 22 marzo 2017
INAUGURAZIONE DEI RESTAURI DELL'EDICOLA DEL SANTO SEPOLCRO A GERUSALEMME
Veramente una notizia che conta!
http://www.terrasanta.net/tsx/lang/it/p9926/Santo-Sepolcro--gioia-ecumenica-per-il-restauro-ultimato
http://www.terrasanta.net/tsx/lang/it/p9926/Santo-Sepolcro--gioia-ecumenica-per-il-restauro-ultimato
martedì 1 novembre 2016
1 novembre 2016. L'On. Tina Anselmi è tornata alla Casa del Padre.
On. Tina Anselmi
Castelfranco V.to 25.3.1927 - Castelfranco V.to 1.11.2016
Carissimi amici e amiche,
scrivo non per un aggiornamento sull'oriente antico ma per rendere memoria e grazie a Dio per la vita e la testimonianza di una grande donna, l'on. Tina Anselmi, che oggi, dopo una straordinaria vita terrena è entrata nel regno del Signore. Ci ha lasciato un patrimonio di responsabilità e di capacità coerenti di vivere il mandato politico all'insegna del servizio verso la nazione e le persone della nostra Italia. Un esempio da imitare e su cui fare memoria. Una persona "giusta" che per molti anni ha offerto un generoso e appassionante servizio alla Repubblica Italiana.
Ho ripreso un passo di un impegnativo lavoro fatto essendo essa presidente di una commissione parlamentare. Non quella conosciuta come l'indagine sulla loggia P2 ma quella sull'acquisizione dei beni di cittadini ebrai da parte di organismi pubblici e privati italiani.
“Desidero
concludere con una considerazione finale. Gli aspetti materiali della
spoliazione dei beni degli ebrei e della loro restituzione sono certamente
importanti ma essi non ne costituiscono l’aspetto essenziale. Prima di essere
un affare di danaro, la spoliazione è stata una persecuzione il cui obiettivo finale
era l’annullamento morale e quindi lo sterminio. Nessuna storia saprà
raccontare ciò che uomini e donne hanno vissuto quotidianamente con il conseguente
peso d’angoscia, di umiliazione e di miseria. Certamente è questo il debito che
si deve pagare, che è stato pagato in tutte le guerre e di cui molti hanno
sofferto. Ma nel nostro caso ciò è avvenuto in attuazione di leggi e di
regolamenti discriminatori che hanno violentemente isolato una parte della
nostra popolazione per il solo fatto della loro nascita.
È questa una
vicenda senza precedenti che non deve mai più accadere; che non accadrà se
ciascuno di noi, da oggi, non legittimerà in nessun modo la violazione dei
diritti umani che devono essere a fondamento della società e delle leggi del
nostro Paese”.
Dall’introduzione al Rapporto Generale della Commissione per la
ricostruzione delle vicende che hanno caratterizzato in Italia le attività di
acquisizione dei beni dei cittadini ebrei da parte di organismi pubblici e
privati presieduta dall’on. Tina Anselmi, aprile 2001.
Tutta l'attività di questa commissione di cui Tina era presidente la si può leggere a questo link:
http://presidenza.governo.it/DICA/beni_ebraici/
Una preghiera che è benedizione per la sua anima affinché il Signore giusto giudice la accolga tra le sue braccia. Condoglianze vivissime ai familiari.
mercoledì 26 ottobre 2016
26 ottobre 2008 - 26 ottobre 2016. Memoria della salita al Cielo di p. Michele Piccirillo Ofm
Desidero ringraziare il Signore Dio per la vita di p. Michele Piccirillo e per tutta la sua opera straordinaria di archeologo, geografo e frate di Terra Santa. Oggi, a 8 anni dalla sua dipartita verso il Cielo, è più che mai attuale il messaggio che ci ha lasciato in seno allo Studium Biblicum e al mondo accademico in generale: amare le Scritture e la storia in esse contenuta per amare Dio e il prossimo che incontriamo sul cammino. Recentemente sono stato impegnato nello scavo di Macheronte (Giordania) e risiedevo presso il Monte di Mosé (Monte Nebo) presso il Convento francescano. Là p. Michele è sepolto. Ancora oggi, appena inaugurata la nuova basilica, quasi tutto parla di lui e della sua opera incredibile ed unica, di storico, geografo, archeologo e testimone dell'amore di Dio attraverso le pietre. Ricordo quel giorno delle esequie a Roma e vorrei riportare uno stralcio dell'omelia pronunciata da p. Frédéric Manns dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme:
“Padre Michele quando
si presentava ai giornalisti ripeteva volentieri: sono un padre francescano di
Gerusalemme. Essere professore ed archeologo era per lui secondario. La sua
vocazione era di essere un francescano a Gerusalemme. In questa definizione era
contenuta la sua fede, la sua visione del mondo e la sua teologia.
Sabato scorso il sinodo
dei vescovi che trattava il tema della Bibbia finiva i suoi lavori. La notte
tra sabato e domenica, Padre Piccirillo, che aveva finito da alcuni mesi il suo
ultimo libro sulla Nova Gerusalemme partiva per la Gerusalemme celeste. Ho
voluto ricordare questo legame tra il sinodo sulla Bibbia e la Pasqua di Padre
Michele perché egli stesso era un innamorato della Bibbia. In una conferenza
fatta a Torino nel 2004 egli scriveva: “Esistono molti modi per accostarsi alla
Bibbia e per ricavarne il messaggio; oggi vi parlerò di un modo tutto
particolare: è quello di chi, come me, svolge la professione di geografo –
archeologo. Secondo il punto di vista di chi si occupa di queste discipline, la
Bibbia è un libro dell’antichità di cui si può dare una "lettura
materiale", che accantona per un momento il racconto e dà la priorità allo
studio dei luoghi e dei fatti storici: la raccolta dei dati inerenti luoghi e
fatti permetterà poi di intendere con maggiore esattezza il significato del
testo biblico”.
Riposa in pace caro Michele e veglia su di noi da lassù.
DG
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