Vicenza Romana. Un viaggio in
18 tappe
LIBRI.
Presentata la guida di Mattiello & C. Un volume turistico e più vicina
l'apertura degli scavi al Duom.
Da "Il Giornale di Vicenza" del 15/05/2012
Quarant'anni
di appassionate ma frammentarie ricerche di autori e cultori diversi, sulle
tracce e le vestigia della Vicenza romana, confluiscono ora in un volume
“Vicenza romana, un itinerario storico-archeologico tra paganesimo e
pellegrinaggio” sintesi del meglio delle conoscenze sul tema.
Il gruppo di autori (Andrea Testa, Franco Mattiello curatore, Mariano Arcaro, Armando Bernardelli, Silvia Cavinato e Raimondo Sinibaldi, con prefazione del vescovo Nonis) lo propone, senza pretese scientifiche ma con correttezza di indagine (nota sia alla Sovrintendenza che alla direzione Musei civici), come inedita guida turistica utile a decifrare, come le linee di una mano, i segni indistricabili di una parte importante del passato.
Non a caso il libro è stato presentato la prima volta nei sotterranei della pizzeria Al Paradiso in contrà Pescherie vecchie, sito delle antiche terme pubbliche, conservate con cura dai proprietari stessi. E una seconda volta nei giorni scorsi al Caffè Garibaldi, in piazza dei Signori, affollatissimo di appassionati di storia vicentina e di archeologia.
In questa occasione il sindaco Achille Variati ha annunciato che è vicino l'obiettivo di aprire il percorso paleocristiano e romano sotto il Duomo e l'omonima piazza, grazie al coinvolgimento della Fondazione Cariverona.
Una pagina di archeologia ancora tutta da conoscere per il grande pubblico.
Il libro - edizioni Il Messaggero di Padova, realizzato col contributo dell'Ufficio diocesano pellegrinaggi di Vicenza e della Fondazione Giuseppe Roi - è frutto di un gioco di squadra che, stimolato dalla ricostruzione grafica della Vicenza romana nella mappa già distribuita negli esercizi ed edifici pubblici della città, ha cercato di renderne appetibile il volto complessivo.
Il visitatore può scoprire nelle frammentarie testimonianze di rocchi e colonne, di pavimenti strappati, di capitelli superstiti l'alfabeto di una cultura che resta attuale proprio perché riguarda le nostre radici.
Importante mèta di transito al centro della via Postumia per i pellegrini diretti ai luoghi santi, l'originario abitato veneto di Vicenza subì un incremento demografico, economico e commerciale che lo proiettò nel mondo romano. Sono in tutto 18 (14 urbani e 4 extraurbani) i siti finora individuati dagli autori e già presenti nei primi 8 pannelli sui 15 previsti dalla segnaletica urbana: le mura urbiche in zona Porta Castello, i residui tratti stradali sotto il duomo e vicino alla chiesa di San Lorenzo, le terme pubbliche a fianco di piazza dei Signori, il teatro Berga, tratti lastricati del foro sotto palazzo Trissino e in corso Palladio, il criptoportico sotto piazza Duomo, i resti dell'acquedotto a Lobia, le aree archeologiche presso la chiesa di san Pietro, di San Giorgio e dei Santi Felice e Fortunato. Quanto basta per «incitare la città a diventare polo turistico».
Il gruppo di autori (Andrea Testa, Franco Mattiello curatore, Mariano Arcaro, Armando Bernardelli, Silvia Cavinato e Raimondo Sinibaldi, con prefazione del vescovo Nonis) lo propone, senza pretese scientifiche ma con correttezza di indagine (nota sia alla Sovrintendenza che alla direzione Musei civici), come inedita guida turistica utile a decifrare, come le linee di una mano, i segni indistricabili di una parte importante del passato.
Non a caso il libro è stato presentato la prima volta nei sotterranei della pizzeria Al Paradiso in contrà Pescherie vecchie, sito delle antiche terme pubbliche, conservate con cura dai proprietari stessi. E una seconda volta nei giorni scorsi al Caffè Garibaldi, in piazza dei Signori, affollatissimo di appassionati di storia vicentina e di archeologia.
In questa occasione il sindaco Achille Variati ha annunciato che è vicino l'obiettivo di aprire il percorso paleocristiano e romano sotto il Duomo e l'omonima piazza, grazie al coinvolgimento della Fondazione Cariverona.
Una pagina di archeologia ancora tutta da conoscere per il grande pubblico.
Il libro - edizioni Il Messaggero di Padova, realizzato col contributo dell'Ufficio diocesano pellegrinaggi di Vicenza e della Fondazione Giuseppe Roi - è frutto di un gioco di squadra che, stimolato dalla ricostruzione grafica della Vicenza romana nella mappa già distribuita negli esercizi ed edifici pubblici della città, ha cercato di renderne appetibile il volto complessivo.
Il visitatore può scoprire nelle frammentarie testimonianze di rocchi e colonne, di pavimenti strappati, di capitelli superstiti l'alfabeto di una cultura che resta attuale proprio perché riguarda le nostre radici.
Importante mèta di transito al centro della via Postumia per i pellegrini diretti ai luoghi santi, l'originario abitato veneto di Vicenza subì un incremento demografico, economico e commerciale che lo proiettò nel mondo romano. Sono in tutto 18 (14 urbani e 4 extraurbani) i siti finora individuati dagli autori e già presenti nei primi 8 pannelli sui 15 previsti dalla segnaletica urbana: le mura urbiche in zona Porta Castello, i residui tratti stradali sotto il duomo e vicino alla chiesa di San Lorenzo, le terme pubbliche a fianco di piazza dei Signori, il teatro Berga, tratti lastricati del foro sotto palazzo Trissino e in corso Palladio, il criptoportico sotto piazza Duomo, i resti dell'acquedotto a Lobia, le aree archeologiche presso la chiesa di san Pietro, di San Giorgio e dei Santi Felice e Fortunato. Quanto basta per «incitare la città a diventare polo turistico».
Floriana
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