Cari amici lettori, a Padova ed in tutta la Chiesa, oggi, si festeggia Sant'Antonio. Anche a Gerusalemme però perchè egli è il Patrono principale della Custodia di Terra Santa. Mi unisco a quanti si chiamano Antonio per chiedere la sua protezione nel nostro cammino. Uomo infaticabile e, nonostante la sua breve vita, grande camminatore, ha annunciato la Parola con la forza ed il dono dello Spirito di Dio.
Auguri!
SANT' ANTONIO DI
PADOVA
Sacerdote e Dottore della Chiesa (1195-1231)
Sacerdote e Dottore della Chiesa (1195-1231)
Per chi lo desidera si può approfondire la festa con le seguenti letture:
Isaia 61, 1-3; Salmo 18; Luca 10,1-9
Fernando
de Bulloès y Taveira nacque a Lisbona in Portogallo. Divenuto sacerdote fra i
canonici regolari di sant’Agostino, rimase affascinato dall’ideale francescano,
per aver visto i corpi dei cinque primi martiri francescani del Marocco. Entrò
nel convento di sant’Antonio di Coimbra dove ricevette il nome di Antonio. Aspirando al martirio, volle
andare missionario tra gli islamiti del Nord-Africa; ma una malattia lo fece
ritornare. La nave, costretta dalla burrasca, dovette approdare in Sicilia.
Antonio si mise a percorrere l’Italia, predicando. Nel 1221 partecipò al
Capitolo generale alla Porziuncola, e vide Francesco. Predicò, con frutto di
conversioni, contro gli eretici in Italia e in Francia, rivolgendosi al popolo.
La quaresima del 1231 segna il vertice della sua predicazione, in cui
predominano le istanze sociali. Stremato di forze, morì a 36 anni nel giugno
seguente, all’Arcella (Padova). Per primo aveva insegnato teologia tra i
francescani. Nei suoi scritti e nelle prediche è tale la profusione di testi
biblici, che Pio XII, nel 1946, lo onorò dei titolo di «Dottore evangelico». Il
culto in suo onore è tra i più popolari della storia, e prese l’avvio dalla
canonizzazione, l’anno dopo della sua morte.
La
predica è efficace quando parlano le opere
Dai
«Discorsi» di sant'Antonio di Padova, sacerdote (I, 226)
Chi è pieno di Spirito Santo parla in diverse lingue. Le diverse lingue sono le
varie testimonianze su Cristo: così parliamo agli altri di umiltà, di povertà,
di pazienza e obbedienza, quando le mostriamo presenti in noi stessi. La
predica è efficace, ha una sua eloquenza, quando parlano le opere. Cessino, ve
ne prego, le parole, parlino le opere. Purtroppo siamo ricchi di parole e vuoti
di opere, e così siamo maledetti dal Signore, perché egli maledì il fico, in
cui non trovò frutto, ma solo foglie. «Una legge, dice Gregorio, si imponga al
predicatore: metta in atto ciò che predica». Inutilmente vanta la conoscenza
della legge colui che con le opere distrugge la sua dottrina.
Gli apostoli «cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro il potere di esprimersi» (At 2, 4). Beato dunque chi parla secondo il dettame di questo Spirito e non secondo l'inclinazione del suo animo. Vi sono infatti alcuni che parlano secondo il loro spirito, rubano le parole degli altri e le propalano come proprie. Di costoro e dei loro simili il Signore dice a Geremia: «Perciò, eccomi contro i profeti, oracolo del Signore, che muovono la lingua per dare oracoli. Eccomi contro i profeti di sogni menzogneri, dice il Signore, che li raccontano e traviano il mio popolo con menzogne e millanterie. Io non li ho inviati né ho dato alcun ordine. Essi non gioveranno affatto a questo popolo. Parola del Signore» (Ger 23, 30-32).
Parliamo quindi secondo quanto ci è dato dallo Spirito Santo, e supplichiamo umilmente che ci infonda la sua grazia per realizzare di nuovo il giorno di Pentecoste nella perfezione dei cinque sensi e nell'osservanza del decalogo. Preghiamolo che ci ricolmi di un potente spirito di contrizione e che accenda in noi le lingue di fuoco per la professione della fede, perché, ardenti e illuminati negli splendori dei santi, meritiamo di vedere Dio uno e trino.
Gli apostoli «cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro il potere di esprimersi» (At 2, 4). Beato dunque chi parla secondo il dettame di questo Spirito e non secondo l'inclinazione del suo animo. Vi sono infatti alcuni che parlano secondo il loro spirito, rubano le parole degli altri e le propalano come proprie. Di costoro e dei loro simili il Signore dice a Geremia: «Perciò, eccomi contro i profeti, oracolo del Signore, che muovono la lingua per dare oracoli. Eccomi contro i profeti di sogni menzogneri, dice il Signore, che li raccontano e traviano il mio popolo con menzogne e millanterie. Io non li ho inviati né ho dato alcun ordine. Essi non gioveranno affatto a questo popolo. Parola del Signore» (Ger 23, 30-32).
Parliamo quindi secondo quanto ci è dato dallo Spirito Santo, e supplichiamo umilmente che ci infonda la sua grazia per realizzare di nuovo il giorno di Pentecoste nella perfezione dei cinque sensi e nell'osservanza del decalogo. Preghiamolo che ci ricolmi di un potente spirito di contrizione e che accenda in noi le lingue di fuoco per la professione della fede, perché, ardenti e illuminati negli splendori dei santi, meritiamo di vedere Dio uno e trino.
Pala d'altare del Monastero di Santa Chiara. Olio su tela centinata, cm
293 x 190.
Museo di Stato di San Marino.
Foto di Stefano Bolognini, 2008.
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