venerdì 22 giugno 2012

SBF GERUSALEMME: conclusione anno accademico



E’ un bilancio positivo quello tracciato alla conclusione dell’anno accademico dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Prima delle vacanze studenti e professori raccontano le loro impressioni sull’anno appena trascorso.
Potete seguire questa breve intervista cliccando su questo link:

 http://www.fmc-terrasanta.org/it/archeologia-cultura-e-altre-religioni.html

E poi scegliendo il video indicato "La chiusura dell'anno accademico allo Studium Biblicum Franciscanum".

Buona visione!

giovedì 21 giugno 2012

CORSO DI ACCADICO 2011-2012

Con la conclusione della sessione estiva di esami allo Studium Biblicum Franciscanum, è terminata anche la mia esperienza di studio con la lingua accadica. Vi do, di seguito, qualche dettaglio di questo mirabile ed importante "strumento" linguistico per capire le Scritture.

 
L'accadico (akkadû) era una lingua semitica (parte della più estesa famiglia delle lingue afro-asiatiche) parlata nell'antica Mesopotamia, in particolare dagli Assiri e dai Babilonesi. Utilizzava la scrittura cuneiforme che era stata inventata dai Sumeri. Il sumerico, una lingua non-semitica isolata, influenzò l'accadico sul piano del lessico, e lo segnò con la sua impronta culturale. Nell'impero accadico di Sargon la lingua accadica era di fatto la lingua della burocrazia e dell'esercito, mentre il sumero rimase in uso come lingua liturgica. Il nome della lingua deriva dalla città di Akkad, un grande centro della civiltà mesopotamica.
La lingua accadica è attestata per la prima volta su alcuni nomi propri in alcuni testi sumerici dell'età di Fara (circa 2800 a.C.), mentre testi redatti completamente in questa lingua si conoscono solamente dalla metà del II millennio a.C. L'accadico appartiene alla famiglia delle lingue semitiche: secondo un'antica suddivisione delle lingue di matrice semitica, affonderebbe le sue radici nella parte nord-orientale del Medio Oriente.
Il periodo di vita di questa lingua è dunque compreso fra il III millennio a.C. ed all'incirca il I secolo della nostra era, fin quando sopravvive come lingua scolastica e tradizionale.
La forma più antica di questa lingua è l'Accadico Antico (Old Akkadian, OAkk.), datato fra il 2500 ed il 1950 a.C. In seguito, la lingua si divide nelle due zone d'influenza della Mesopotamia, ossia la Babilonia a sud e l'Assiria a nord, con relativi sviluppi differenti. In Babilonia si conoscono il Babilonese Antico (Old Babylonian, OB), conosciuto fra il 1950 ed il 1530 a.C., mentre per l'epoca successiva (1530-1000 a.C.) è stato identificato un dialetto differente, il Babilonese Medio (Middle Babylonian, MB). Per l'epoca più recente sono stati identificati il Neo-Babilonese (Neo-Babylonian, NB) per l'epoca compresa fra il 1000 ed il 625 a.C., ed il Babilonese Tardo (Late Babylonian, LB) per tutto il periodo fino all'anno zero. Passando alla parte settentrionale, i dialetti principali sono stati categorizzati nell'Assiro Antico (Old Assyrian, OA) che va dal 1950 al 1750 a.C., quello Medio (Middle Assyrian, MA) dal 1500 al 1000 a.C., ed infine il Neo-Assiro (Neo-Assyrian, NA), comprendente le forme più recenti. Un discorso a parte va intrapreso per il Babilonese Standard (Standard Babylonian, SB), a lingua "classica" comunemente adottata nei dizionari, il cui uso è provato dal 1500 a.C.
(Fonte: Wikipedia) 

 ...un po' di materiale usato per il corso annuale di lingua accadica


mercoledì 20 giugno 2012

ANNIVERSARI...

110 anni dal ritrovamento della stele di Hammurapi

Il reperto
 
Questa raccolta di 282 leggi del re Hammurabi di Babilonia fu scolpita su di una stele in diorite, roccia molto resistente, alta circa 225 cm, e venne rinvenuta in due frammenti a dicembre del 1901 nella città di Susa (Shushi capitale amministrativa della Contea di Shushi, nella provincia iraniana di Khuzekistan) e nel gennaio 1902 fu scoperta la parte più importante superiore. Si ritiene che fosse originariamente esposta nella capitale, e che sia stata trasportata sul luogo del ritrovamento come bottino di guerra dall'esercito elamita. Attualmente si trova a Parigi al Museo del Louvre. 



Il contenuto del codice

Le leggi fatte incidere da Hammurapi riguardano numerosi aspetti della vita quotidiana e spaziano dal campo amministrativo, economico e familiare a quello penale, annoverando reati come omicidi, offese alle persone, furti, delitti sessuali, false testimonianze, ma anche atti quali pagamenti di tasse, compravendita di terreni e altri beni, prestiti, affitti, matrimoni e schiavitù.

Il cittadino babilonese aveva perciò la possibilità di verificare la propria condotta secondo le leggi del sovrano, e quindi di evitare determinati comportamenti, o di scegliere di attuarli a suo rischio e pericolo. Per la prima volta nella storia del diritto, i comportamenti sanzionabili e le eventuali peni vengono resi noti a tutto il (o almeno a chi fosse in grado di leggere).
Il codice fa un larghissimo uso della Legge del taglione, ben nota nel mondo giudaico-cristiano per essere anche alla base della legge di Mosè. 
La pena per i vari reati è infatti spesso identica al torto o al danno provocato: occhio per occhio, dente per dente. Ad esempio la pena per l'omicidio è la morte: se la vittima però è il figlio di un altro uomo, all'omicida verrà ucciso il figlio; se la vittima è uno schiavo l'omicida pagherà un'ammenda, commisurata al "prezzo" dello schiavo ucciso. Il codice suddivide la popolazione in tre classi:
  • awīlum (lett. "uomo"), cioè il cittadino a pieno titolo, spesso nobili e paragonabili agli ateniesi della Grecia classica.
  • muškēnum, uomo "semilibero", cioè libero ma non possidente (in seguito la parola passò a definire un povero o mendicante, e pare che sia all'origine dell'attuale termine "meschino", arabo maskîn),
  • wardum (fem. amat), a tutti gli effetti schiavo di un padrone, ma con molte analogie con i servi della gleba medievali.
Le varie "classi" hanno diritti e doveri diversi, e diverse pene che possono essere corporali o pecuniarie. Queste ultime sono commisurate alle possibilità economiche del reo, nonché allo status sociale della vittima.

 La grande stele di Hammurapi vista da davanti

La scrittura delle leggi è in alfabeto cuneiforme accadico, proveniente dal sumerico. Per la lettura di questi segni è stata resa necessaria una interpretazione, una traslitterazione ed una normalizzazione. Riporto qui sotto il n. 128 del codice di Hammurapi, tra i molti analizzati e studiati in questi mesi. L'articolo riguarda il matrimonio ed il contratto da depositare affinchè l'atto sia valido.


Il testo dell'articolo:
"Se un uomo ha preso moglie senza stipulare un contratto, il matrimonio non è valido"




Un piccolo schema dell'evoluzione della scrittura cuneforme

FINITO IL GUADO...

Cari amici,
eccomi a voi a ricominciare a scrivere dopo sette giorni di "full immersion" per "guadare" l'ultima parte della sessione estiva di esami. Oggi ho concluso una sessione tra le più dure che abbia incontrato nel mio cammino di studente. Siano rese grazie a Dio per la sua bontà infinita, ai proff. per la competenza e la preparazione, alle ore dedicate allo studio, nella pazienza e nell'utilizzo dell'intelligenza.
Ora si apre un tempo di vacanza, di pellegrinaggio, di servizio pastorale condito, di tanto in tanto, da studio delle lingue semitiche...per non arrugginirsi!
Diciamo che il "guado" del fiume è stato fatto, sono giunto ad una prossima riva.
Salute a tutti!


mercoledì 13 giugno 2012

Festa di Sant'Antonio di Padova - Patrono della Custodia di Terra Santa


Cari amici lettori, a Padova ed in tutta la Chiesa, oggi, si festeggia Sant'Antonio. Anche a Gerusalemme però perchè egli è il Patrono principale della Custodia di Terra Santa. Mi unisco a quanti si chiamano Antonio per chiedere la sua protezione nel nostro cammino. Uomo infaticabile e, nonostante la sua breve vita, grande camminatore, ha annunciato la Parola con la forza ed il dono dello Spirito di Dio.
Auguri!



SANT' ANTONIO DI PADOVA
Sacerdote e Dottore della Chiesa (1195-1231)

Per chi lo desidera si può approfondire la festa con le seguenti letture:  
   Isaia 61, 1-3; Salmo 18; Luca 10,1-9 

    
Fernando de Bulloès y Taveira nacque a Lisbona in Portogallo. Divenuto sacerdote fra i canonici regolari di sant’Agostino, rimase affascinato dall’ideale francescano, per aver visto i corpi dei cinque primi martiri francescani del Marocco. Entrò nel convento di sant’Antonio di Coimbra dove ricevette il nome di Antonio. Aspirando al martirio, volle andare missionario tra gli islamiti del Nord-Africa; ma una malattia lo fece ritornare. La nave, costretta dalla burrasca, dovette approdare in Sicilia. Antonio si mise a percorrere l’Italia, predicando. Nel 1221 partecipò al Capitolo generale alla Porziuncola, e vide Francesco. Predicò, con frutto di conversioni, contro gli eretici in Italia e in Francia, rivolgendosi al popolo. La quaresima del 1231 segna il vertice della sua predicazione, in cui predominano le istanze sociali. Stremato di forze, morì a 36 anni nel giugno seguente, all’Arcella (Padova). Per primo aveva insegnato teologia tra i francescani. Nei suoi scritti e nelle prediche è tale la profusione di testi biblici, che Pio XII, nel 1946, lo onorò dei titolo di «Dottore evangelico». Il culto in suo onore è tra i più popolari della storia, e prese l’avvio dalla canonizzazione, l’anno dopo della sua morte.
 

  
La predica è efficace quando parlano le opere   

Dai «Discorsi» di sant'Antonio di Padova, sacerdote (I, 226)
 
Chi è pieno di Spirito Santo parla in diverse lingue. Le diverse lingue sono le varie testimonianze su Cristo: così parliamo agli altri di umiltà, di povertà, di pazienza e obbedienza, quando le mostriamo presenti in noi stessi. La predica è efficace, ha una sua eloquenza, quando parlano le opere. Cessino, ve ne prego, le parole, parlino le opere. Purtroppo siamo ricchi di parole e vuoti di opere, e così siamo maledetti dal Signore, perché egli maledì il fico, in cui non trovò frutto, ma solo foglie. «Una legge, dice Gregorio, si imponga al predicatore: metta in atto ciò che predica». Inutilmente vanta la conoscenza della legge colui che con le opere distrugge la sua dottrina.
Gli apostoli «cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro il potere di esprimersi» (At 2, 4). Beato dunque chi parla secondo il dettame di questo Spirito e non secondo l'inclinazione del suo animo. Vi sono infatti alcuni che parlano secondo il loro spirito, rubano le parole degli altri e le propalano come proprie. Di costoro e dei loro simili il Signore dice a Geremia: «Perciò, eccomi contro i profeti, oracolo del Signore, che muovono la lingua per dare oracoli. Eccomi contro i profeti di sogni menzogneri, dice il Signore, che li raccontano e traviano il mio popolo con menzogne e millanterie. Io non li ho inviati né ho dato alcun ordine. Essi non gioveranno affatto a questo popolo. Parola del Signore» (Ger 23, 30-32).
Parliamo quindi secondo quanto ci è dato dallo Spirito Santo, e supplichiamo umilmente che ci infonda la sua grazia per realizzare di nuovo il giorno di Pentecoste nella perfezione dei cinque sensi e nell'osservanza del decalogo. Preghiamolo che ci ricolmi di un potente spirito di contrizione e che accenda in noi le lingue di fuoco per la professione della fede, perché, ardenti e illuminati negli splendori dei santi, meritiamo di vedere Dio uno e trino.


 
Pala d'altare del Monastero di Santa Chiara. Olio su tela centinata, cm 293 x 190.  

martedì 12 giugno 2012

Aggiornamento 2 sul terremoto in Emilia Romagna (video)

Un video molto importante dell'INGV! Molto bravi!


Aggiornamento sul terremoto in Emilia Romagna

Credo sia necessario un aggiornamento sul terremoto in Emilia Romagna. I dati sono raccolti dall'Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia.

Ecco una cartina aggiornata al 12 giugno e il rinvio al sito.


Il sito internet è: http://ingvterremoti.wordpress.com/

sabato 9 giugno 2012

In memoria di Filippo, la vita è un soffio


 Ecco Filippo, un bambino ed un cristiano del mio paese di origine.

Una memoria per essere vicini ai genitori, alla famiglia tutta ed ai suoi compagni di scuola e di cammino nella fede.
Non l'ho conosciuto personalmente ma ho celebrato il Sacramento della Riconciliazione con alcuni suoi amici in vista dell'Eucaristia di "Prima Comunione", celebrata a Marano i primi di maggio.

Caro Filippo, ora ti penso lassù con tutta la schiera dei santi e di chi ci ha preceduto; un giorno sarai tu che ci aprirai le porte del regno del Signore Dio.
Va' in pace.

Di seguito l'articolo da "Il Giornale di Vicenza" scritto da Marita Dalla Via, che ringrazio.

 
Stroncato dal male a 9 anni

MARANO. Il paese è in lutto dopo la morte di un bambino che frequentava le elementari. Il ricordo del preside. Filippo Broccardo si è spento dopo una lunga malattia. Ha sempre lottato ma l'ultima ricaduta purtroppo è stata fatale

08/06/2012

Marano. Un piccolo angelo è volato in cielo e un paese piange commosso. Si è spento Filippo Broccardo a soli 9 anni. L'età in cui ogni bambino è alle prese con le quotidiane scoperte che il mondo gli riserva, con i primi desideri di essere trattato “da grande”. Purtroppo Filippo lottava da tempo contro un male che non dà scampo.
Per tre lunghi anni ha combattuto, e con lui tutti i suoi famigliari - la mamma Erica, il papà Marco e la sorella Camilla, ma anche i nonni Gabriella e Valentino, Mariangela e Domenico, gli zii Gloria, Franco, Caterina e Massimo -, ma si è dovuto arrendere.
A volte sembrava che Filippo fosse in grado di sconfiggere il male: con forza d'animo aveva affrontato recentemente anche un duro intervento che si sperava potesse aprirgli le porte della guarigione, ma la virulenza del male, che in tenera età diventa ancora più aggressivo, ha prevalso.
Filippo non aveva voluto mancare all'appuntamento della prima comunione, al quale aveva partecipato qualche settimana fa, come tutti i suoi amici di quarta elementare. Quest'anno, però, non aveva potuto frequentare la scuola: uno sforzo troppo grande per il suo fisico fiaccato.
«Quando l'abbiamo saputo ci siamo subito attivati per la scuola domiciliare - ricorda il dirigente scolastico Silvio Grotto -, così alcune sue maestre andavano a fare lezione a casa sua».
«Ci dispiace molto, questo nuovo lutto ci porta alla mente un'altra recente perdita, quella di Laura Doppio, che frequentava le scuole medie. Sono cose che non si dimenticano, rimangono impresse per sempre». E se gli adulti fanno fatica a capirle queste cose, per i bambini e i ragazzi diventa impossibile. Per questo, nella lettera che il sindaco Piera Moro ha scritto e che verrà consegnata oggi a tutti i ragazzi che frequentano le scuole di Marano, si è deciso di ricordare il loro compagno Filippo. «La cosa più bella che possiamo fare tutti insieme è stringerci, abbracciarci con forza per far sentire ai suoi genitori il calore del nostro dolore - si legge nella lettera - e continuare a pensare ogni giorno a Filippo, regalandogli con la mente tutti i nostri più luminosi sorrisi». «Rispetto il dolore e il desiderio di riservatezza che hanno espresso i familiari, ma è mia intenzione mostrare tutta la mia vicinanza - continua -, purtroppo quella che stanno vivendo è la sofferenza più grande che possa capitare».


Articolo di Marita Dalla Via da "Il Giornale di Vicenza".