sabato 26 gennaio 2013

ANAXUM-STELLA continua l'avventura archeologica di questo fiume del Friuli Venezia Giulia


Trovato nel fiume Stella relitto di una barca
 
dell’11° secolo

Un unicum a livello nazionale e internazionale per l’archeologia e
per la storia della costruzione navale

Lungo l’affascinante corso del fiume Stella, l’antico Anaxum di Plinio, oasi naturalistica di pregio, nel mese di settembre 2012, nell’ambito dei sondaggi di archeologia preventiva effettuati dalla ditta Archeolab, per conto del Consorzio di Bonifica Bassa Friulana, in occasione di lavori di sistemazione delle sponde del fiume, presso l’abitato di Precenicco, è stato individuato lo scafo di un’imbarcazione in legno.
La prima operazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del FVG, che ha diretto scientificamente i sondaggi nella persona del funzionario archeologo Marta Novello, è stata quella di definire l’epoca a cui risaliva il relitto. Alcuni campioni lignei sottoposti ad analisi con il carbonio 14 hanno consentito di stabilire che lo scafo appartiene ad un’imbarcazione dell’XI secolo: una scoperta di grande interesse per il mondo dell’archeologia navale. Non esistono, infatti, in Italia, ma in generale nel panorama internazionale, rinvenimenti di altri manufatti di questa tipologia, relativa all’ambito fluviale, risalenti alla piena età medievale: un unicum, dunque.
Lo studio del relitto, a conferma anche dei rapporti sempre più ampi che la Soprintendenza va sviluppando con le Università della regione, è affidato all’Ateneo di Udine ed è coordinato dall’archeologo navale Massimo Capulli, docente presso l’Università di Udine e coordinatore del Progetto Anaxum in cui questa eccezionale scoperta viene ora ad inserirsi.
Le analisi geomorfologiche e sedimentologiche del sito sono state invece effettuate da Alessandro Fontana, geologo del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, ed hanno permesso di stabilire che, all’epoca cui risale il relitto, la sponda del fiume Stella aveva una configurazione abbastanza simile all’attuale, ma con un’area golenale più ampia di quasi 10 metri. Successivamente questa zona è stata rimodellata dall’evoluzione fluviale e soprattutto dall’azione antropica che ne hanno causato il progressivo interramento.
Le successive operazioni di perimetrazione del relitto hanno consentito la definizione delle dimensioni complessive pari a due metri di larghezza per circa dieci di lunghezza, e il suo posizionamento rispetto alla riva antica. In base a questi dati è stato possibile ipotizzare che l’imbarcazione è stata abbandonata lungo la riva del fiume.
Il rinvenimento apre la strada a sviluppi storicamente interessanti: lo Stella fu vitale non solo in epoca romana, ricca di traffici e di commerci, ma anche in un’epoca “buia”, quale quella Medievale.
Lo testimonia anche la “nave di Chiarmacis”, una sinopia, ovvero un semplice disegno preparatorio ad un affresco forse andato distrutto, venuto alla luce durante i lavori di risanamento della chiesetta di S. Andrea di Chiarmacis, situata sempre in prossimità del fiume Stella e per il quale sono ancora in corso studi interpretativi. In questo caso si tratta di una imbarcazione con propulsione sia a vela, con due alberi, sia a remi: sicuramente una nave da guerra, quindi, caratterizzata dalla presenza a poppa ancora dei due governali laterali in luogo del timone unico. Una nave che potrebbe rimandare a quei Cavalieri Teutonici, che proprio a Precenicco avevano una delle loro più importanti comunità, ed ai loro traffici navali verso la Terrasanta.
Dunque una via d’acqua importante quella dello Stella, sempre attiva nei secoli, fin dal neolitico, ricca di storia e di avvenimenti, un luogo magico e silenzioso in cui parla la natura, da difendere e valorizzare quale importante patrimonio antico.
Fonte: www.udine20.it


 

 

 

 

Ecco una ricostruzione del relitto trovato
 
 






 

 

Conclusione del corso di esegesi del Nuovo Testamento: la lettera di Giacomo

Abbiamo concluso in questa settimana il corso di esegesi del Nuovo Testamento, la lettera di Giacomo con il prof. Giovanni Claudio Bottini.


Lettera di Giacomo

Oggetto, scopo e metodologia del corso. Scopo del corso è introdurre all’analisi esegetica di brani scelti della lettera di Giacomo. Particolare attenzione sarà data ai brani dove si ha il fenomeno della intertestualità. Questi i passi metodologici che saranno percorsi: definizione delle sequenze discorsive, traduzione ragionata, critica testuale, osservazioni di critica letteraria, commento.
Requisiti. Conoscenza del greco e familiarità con il testo della Lettera (tutta).
 
 
foto di gruppo al termine del corso

Superato anche il 22°!

Salute a tutti!
Stamane ho superato anche il 22° esame del mio curriculum.
Siano rese grazie al Signore che continua ad elargire i suoi benefici! Ecco, in sintesi, la tematica dell'esame di esegesi dell'Antico Testamento sostenuto con il prof. Pietro Kaswalder.
 
Lettura esegetica di Gs 1-2; 15; 23-24.

Tracce di redazione deuteronomistica e di redazione post-deuteronomistica nel libro di Giosuè.

Introduzione al tema della conquista della terra (Gs 1) e sua conclusione nell’ottica della Storia dtr (Gs 13).

Consegna della terra nell’ottica dell’ideologia di Giuda (Gs 15).

Conclusione del tema della terra nell’ottica di una redazione P post-esilica. (Gs 13 e 24).
 
 
Shabbat Shalom da Gerusalemme!

domenica 20 gennaio 2013

SITUAZIONE IN SIRIA: UN DISASTRO!

La situazione in Siria e, soprattutto per i cristiani, è gravissima. Pubblico il testo di un'intervista in radio Vaticana, da padre Gonzalo Ruiz, mentre sul sito di Radio Vaticana potete trovare anche l'audio:
 
 
Ancora violenza in Siria. Mons. Zenari: è una tragedia quotidiana


In Siria, almeno dieci persone sono rimaste uccise e altre decine ferite in un raid aereo delle forze del regime su un sobborgo di Damasco. Lo riferisce la tv satellitare al-Jazeera. Si continua, dunque, a vivere un clima di violenza come conferma al microfono di Debora Donnini, il nunzio apostolico a Damasco, mons. Mario Zenari:
Intanto, l’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, torna a chiedere l’intervento della Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi), per giudicare i crimini contro l’umanità commessi in questa guerra civile. Richiesta questa che ha ricevuto dure critiche da parte del governo siriano. Secondo l’ultimo bilancio delle Nazioni Unite, si contano complessivamente, dal marzo 2011, 60 mila morti, in media cinquemila al mese. Cecilia Seppia ha chiesto l'opinione di padre Gonzalo Ruiz, vicario generale dell’Istituto del Verbo Incarnato, che in Siria ha diverse missioni:

R. – In queste ultime settimane, l’offensiva è stata molto forte. Anche l’accerchiamento di Aleppo, per esempio, dove si trovano molti dei nostri missionari, si fa sempre più serrato, più duro, i bombardamenti più pesanti, anche sulle zone cristiane della città. La gente è veramente molto delusa, anche se conserva ancora la speranza di ricevere aiuto, che questa guerra sia fermata. Perché si potrebbe davvero fermare la guerra con interventi più decisi.

D. – Difficile la situazione dei cristiani, come diceva lei. I quartieri cristiani di Damasco e di Aleppo vengono costantemente bombardati. E’ così?

R. – Sì, è così. Il più grande quartiere cristiano di Aleppo è stato bombardato soltanto in questi ultimi giorni, quelle bombe esplose tre giorni fa all’Università di Aleppo che confina proprio con il quartiere cristiano… Ci sono molte, molte vittime tra i cristiani – sono stati colpiti i conventi di religiosi e di religiose – e ci sono tanti, tanti feriti. Per due giorni, i nostri sacerdoti non hanno fatto che assistere i feriti, dando l’unzione degli infermi, ascoltando le confessioni e portando un po’ di conforto. Però, insomma, la situazione è molto delicata anche per i cristiani che si sentono sempre meno protetti.

D. – Duramente colpita tutta la popolazione civile. In particolare, ci arrivano notizie veramente drammatiche per quanto riguarda i bambini: 30-40 bambini che muoiono ogni giorno sotto le bombe…

R. – E’ vero che stanno colpendo i centri della vita della città. Colpiscono i mercati, l’università, le scuole e lì è sempre pieno di gente e ci sono anche tanti bambini. Per esempio, una delle bombe che tre giorni fa ha colpito Aleppo è caduta proprio sulla rotatoria di accesso all’Università, in un orario in cui era pieno di gente, di taxi, di bus, di pullman che portano gli studenti, e dunque ha fatto una strage veramente impressionante che ha lasciato anche tanti orfani.

D. – C’è anche l’emergenza profughi: che cosa si può fare per loro, per sostenerli? O cosa state già facendo?
R. – Un altro problema grosso, adesso, è la mancanza di gas e di riscaldamento. Questi giorni sono molto freddi e dunque la gente veramente soffre molto il freddo e anche la fame. Noi stiamo cercando di aiutare i profughi dei quali si dice che ad Aleppo siano quasi un milione. Tramite i nostri sacerdoti, tramite il vescovo latino, mons. Giuseppe Nazzaro, abbiamo aperto un sito web in ci si trova il modo di poter aiutare, che si chiama “SOS cristiani in Siria”. Lì ci sono le notizie che danno i nostri Padri, le nostre suore, ma è indicato anche il modo concreto per aiutare. Nel loro piccolo, sono riusciti ad aprire anche qualche piccola possibilità di lavoro, perché c’è tanto da fare: riescono a dare un piccolo compenso alle persone che hanno famiglie numerose, che sono rimaste senza lavoro, che veramente patiscono la fame. Dunque, qualsiasi aiuto è benvenuto.