sabato 18 maggio 2013

ORAMAI VICINI AL FESTIVAL BIBLICO A VICENZA!


Il Festival si presenta alla stampa


Presentata questa mattina (ndr 17.05.2013) alla stampa la IX edizione del Festival Biblico.

La conferenza stampa a Vicenza, nella Chiesa di Santa Corona, assieme ai due Presidenti del Festival e al vescovo di Vicenza.

L'edizione 2013 della manifestazione, che prenderà il via il 31 maggio per concludersi il 9 giugno, è stata illustrata nei particolari a partire dal tema guida dell'anno, il rapporto tra fede e libertà, tratto dal vangelo di Giovanni "Se conoscessi il dono di Dio". Già nelle premesse i numeri di questa edizione sono da record: 10 giorni di eventi, 160 occasioni di incontro con le Sacre Scritture, 18 mostre gratuite e più di 170 protagonisti.

"La pretesa della nostra proposizione sarà quella di invitare a riflettere e confrontarci sul fatto che per la Bibbia le due istanze evocate, la fede e la libertà umane, più che essere in contrapposizione, sono in realtà in un rapporto di coimplicazione e cogenerazione", ha spiegato Mons. Roberto Tommasi, Presidente del Festival Biblico per la Diocesi di Vicenza. "Infatti la libertà effettiva nel suo rapporto essenziale alla fede, rapporto che è strutturale nella Bibbia tanto quanto nel pensiero filosofico, è effettivamente al cuore della condizione umana", ha concluso Mons. Tommasi.

Come già anticipato in questo sito, sono 4 i percorsi tematici che il Festival propone quest'anno: il percorso spirituale, esegetico e teologico, che più incarna la proposta spirituale del Festival, con l'immancabile incontro in Cattedrale a Vicenza, quest’anno affidato al dialogo tra Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia e la scrittrice Lucetta Scaraffia (giovedì sera 6 giugno). Al suo interno il percorso propone una serie di appuntamenti che indagano il rapporto fede-libertà nelle Sacre Scritture riscoprendo alcune figure della fede presenti nella Bibbia. Società, educazione e cultura sono le parole chiave che guideranno un secondo percorso, con protagonisti provenienti dal mondo laico, che toccherà la fede, la libertà e il loro intreccio nella quotidianità dell’esistenza umana. Su questo binario si muoveranno sociologi, magistrati, scrittori, filosofi, giornalisti e tanti altri. Tra gli incontri più attesi quello dedicato a Padre Puglisi con Pietro Grasso eAlessandro D’Avenia. L’attenzione al contesto globale è confermata anche dal terzo percorso, quello storico e archeologico, che anche quest’anno è racchiuso all’interno della Linfa dell’Ulivo, il Focus sulle Terre Bibliche, promosso dall’Ufficio Pellegrinaggi della Diocesi di Vicenza; percorrendo il filo rosso di fede e libertà, il Festival Biblico propone infine selezionati momenti di incontro con arte, musica, cinema e teatro. L’ironia amara del teatro di Natalino Balasso e il grande concerto di sabato sera in piazza dei Signori con Edoardo Bennato. Due degli eventi più significativi.

"Non è tutto! Sono tante le novità di quest'anno, alcune anche sfiziose", ha spiegato don Ampelio Crema, Presidente del Festival Biblico per i Paolini. "Siamo sempre attenti a mixare in modo armonico,innovazione e tradizione. La IX edizione presenta infatti una svolta tecnologica con l’implementazione di tutti gli strumenti "social” (sito, facebook, twitter, youtube…), l’ideazione dell’App per smart phone dedicata alla manifestazione e la futura trasmissione in diretta streaming su questo sito di circa una decina di eventi in programma per il Festival".

E' stato inoltre ricordato l’impegno solidale del Festival che quest'anno proporrà quattro degli eventi più attesi e qualificati con la traduzione simultanea in LIS (Lingua Italiana dei Sordi) per il pubblico di non udenti. Un altro gesto di attenzione per il Festival e l'ambiente che lo circonda è la scelta di spostarsi in modo ecologico, con l'utilizzo di 10 bici elettricheper gli spostamenti dello staff e dei volontari della manifestazione. Infine, il gradito ritorno di un testimonial d’eccezione: il vino del Festival. Dopo un "bianco” (il Vespaiolo DOC della scorsa edizione) è la volta di un "rosso”, la bottiglia che rappresenterà il Festival 2013 è infatti il Cabernet Sauvignon DOC delle zone collinari di Breganze.

Ora, non vi rimane che venire al Festival!

mercoledì 15 maggio 2013

APPELLO AL MONDO DALLA TERRA SANTA

Un Appello per i due Vescovi rapiti in Siria

Comunicato stampa: Un appello dei Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme riguardante il rapimento dei due Vescovi Metropoliti avvenuto in Siria – Maggio 2013

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Noi, i Capi delle Chiese di Gerusalemme, abbiamo in preghiera seguito la violenza in corso, lo spargimento di sangue e il conflitto in Siria, iniziati nel marzo 2011. Tutti i giorni decine, o a volte centinaia di persone vengono uccise a causa del conflitto in corso, e migliaia sono rimaste senza case o ricoveri continuando a muoversi senza meta in cerca di sicurezza, cibo e cure.
Un paio di settimane fa, due dei nostri Vescovi Metropoliti di Aleppo, Mar Gregorios Ibrahim della Chiesa siro-ortodossa e Paolo Yazigi della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia, sono stati rapiti e il loro autista è stato assassinato mentre stavano consegnando aiuti umanitari ad alcune famiglie di sfollati nella regione. Questo orribile atto di rapire due anziani sacerdoti è un ulteriore segno della tragica situazione in Siria ed è un fenomeno estremamente pericoloso e nuovo nella nostra regione.
I nostri cuori e le nostre menti vanno a tutto il popolo siriano, in particolare alle nostre comunità cristiane e ai loro capi spirituali, che subiscono la sofferenza, la violenza e i maltrattamenti. E facciamo appello a tutte le persone che sono coinvolte nel conflitto affinché cerchino la pace e la stabilità per il bene di tutti i Siriani e pongano fine a questo ciclo di violenza e di spargimento di sangue. Sollecitiamo inoltre l’immediata liberazione dei Vescovi Ibrahim e Yazigi e il loro ritorno sicuro alle loro Chiese e al loro popolo fedele.
Uniamo anche le nostre voci a quelle delle nostre Chiese sorelle in Siria e chiediamo alle nostre antiche comunità cristiane di rimanere salde nella loro fede e nella speranza, preghiamo con loro e per loro, in questo momento di tumulto e caos, per la loro sicurezza, la continua presenza e testimonianza. Come S. Paolo scrive ai Romani: “Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore”. (Romani 8,38-39)


I Capi delle Chiese di Gerusalemme:
+Patriarca Theophilos III, Patriarcato Greco-Ortodosso
+Patriarca Fouad Twal, Patriarcato Latino
+Patriarca Norhan Manougian, Patriarcato Armeno Apostolico Ortodosso
+P. Pierbattista Pizzaballa, ofm, Custode di Terra Santa
+Arcivescovo Anba Abraham, Patriarcato Copto-Ortodosso, Gerusalemme
+Arcivescovo Swerios Malki Murad, Patriarcato Siro-Ortodosso
+Aba Fissiha Tsion, Locum Tenens del Patriarcato Etiope-Ortodosso
+Arcivescovo Joseph-Jules Zerey, Patriarcato Greco-Melchita-Cattolico
+Arcivescovo Moussa El-Hage, Esarcato Patriarcale Maronita
+Vescovo Suheil Dawani, Chiesa Episcopale di Gerusalemme e del Medio Oriente
+Vescovo Munib Younan, Chiesa Evangelica Luterana in Giordania e Terra Santa
+Vescovo Pierre Melki, Esarcato Patriarcale Siro-Cattolico
+Mons. Joseph Antoine Kelekian, Esarcato Patriarcale Armeno-Cattolico

martedì 14 maggio 2013

FESTA EBRAICA DI SHAVUOT QUESTA SETTIMANA



PER APPROFONDIRE COS'E' SHAVUOT
 
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RITROVAMENTO LUNGO LA STRADA NUOVA (IN COSTRUZIONE) A NORD DI BEERSHEVA


Spectacular colorful 1,500-year-old mosaic discovered on route of new highway to be built north of Be'er Sheva
 

 
Photo Credit: Israel Antiquities Authority: Yael Yolovitch

Excavations on the route of a new superhighway north of Be’er Sheva have uncovered a spectacular 1,500-year-old mosaic in the field of a kibbutz, providing vacationers for those with an extended Shavuot holiday to view the latest discovery.
The Israel Antiquities Authority (IAA) and Cross-Israel Highway Company, which operates “Kvish 6,” or Highway 6, is opening the excavation free of Charge on Thursday morning until noon, when schools and man Yom Ha’atzmaut government offices are closed as an extra day off following Shavuot. The Jewish holiday, also known as Pentecost, is celebrated only one day in Israel but two days outside the country.
The colorful dating to the Byzantine period between the 4th and 6th centuries was exposed in recent weeks in the fields of Kibbutz Bet Kama, located approximately 15 miles north of Be’er Sheva and 50 miles south of Tel Aviv.
During the Byzantine period Jewish and Christian settlements in the region were located next to each other. A synagogue and ritual bath (mikveh) were exposed in two nearby ancient Jewish communities
Before road builders can start getting ready to pave the extension of the highway from north of Beit Kama to a junction only 10 miles north of Be’er Sheva, excavations are carried out to determine if there are historical treasures underground. The archaeological site covers 1.5 acres on kibbutz farmland.
Several astounding finds already have been declared by the IAA, but the mosaic is one of the most spectacular of its kind in the country.
The main building at the site was a large hall 12 meters long by 8.5 meters wide and its ceiling was apparently covered with roof tiles. The hall’s impressive opening and the breathtaking mosaic that adorns its floor suggest that the structure was a public building.
The well-preserved mosaic is decorated with geometric patterns and its corners are enhanced with amphorae – jars used to transport wine – a pair of peacocks, and a pair of doves pecking at grapes on a tendril. These are common designs that are known from this period; however, what makes this mosaic unique is the large number of motifs that were incorporated in one carpet.
Pools and a system of channels and pipes between them used to convey water were discovered in front of the building. Steps were exposed in one of the pools and its walls were treated with colored plaster, known as fresco.
Archaeologists in the Antiquities Authority are still trying to determine the purpose of the impressive public building and the pools whose construction required considerable economic resources.
The site seems to have consisted of a large estate that included a church, residential buildings and storerooms, a large cistern, a public building and pools surrounded by farmland. Presumably one of the structures served as an inn for travelers who visited the place.
 

lunedì 13 maggio 2013

NUOVO LIBRO DELLA COLLANA "BIBBIA E TERRA SANTA"



Bargil Pixner ha percorso a piedi le «strade del Messia». Questo volume raccoglie le sue appassionate ricerche, minuziosamente documentate sulle fonti storiche e confermate dagli scavi archeologici: • riscoperta di Betsaida • la Porta degli esseni • quartiere degli esseni a Gerusalemme. Grazie alla cura del prof. Rainer Riesner, suo collaboratore e professore di Nuovo Testamento all’Università di Dortmund, la presente edizione offre una visione completa delle vicende relative a Gesù, dalla sua nascita, al suo ministero di predicatore itinerante, fino alla passione e alla morte in croce. I racconti evangelici, inseriti nel loro ambiente vitale, acquistano così vivacità e suscitano l’interesse sia del lettore semplicemente curioso di sapere, sia del credente che desidera approfondire le ragioni della propria fede.
 
Destinatari
Tutti e in particolare appassionati di archeologia e nuovi ritrovamenti; pellegrini che desiderano scoprire i luoghi di Gesù in Terra Santa.
 
Autore
BARGIL PIXNER (1921-2002), monaco benedettino di origine italiana, appartenente all’Abbazia della Dormizione di Gerusalemme, ha svolto per più di 25 anni un’intensa attività archeologica in Galilea soprattutto a Tabgha e Betsaida, e a Gerusalemme ed è stato una guida assai stimata dai pellegrini di Terra Santa. Ha pubblicato numerose opere in varie lingue per far conoscere i luoghi dove Gesù è vissuto e che sono giustamente definiti come un «Quinto Vangelo». Per le Edizioni Messaggero Padova ha già publicato, con McNamer, «Gesù e il cristianesimo» (2011).
 


domenica 12 maggio 2013

LA SUKA DI SAN CARITONE NEL DESERTO DI GIUDA...CONSIDERAZIONI ED ALLARMI. SALVIAMO L'ANTICA LAURA DI CARITONE!


Recentemente ho avuto modo di recarmi due volte presso i resti della grande Laura di S.Caritone nel deserto di Giuda. Innanzitutto che cosa sono le Laure?

Di seguito propongo uno stralcio di un’intervento del prof. Fotios Ioannidis dell’Università di Tessalonica – Grecia.

 

Le Laure

(parte di una lettura più ampia del prof. Fotios Ioannidis – Università Aristoteleion – Tessalonica)

 

Il prodotto piu originale del monachesimo palestinese furono le Laure. Laura (Λαύρα) e un termine greco che in origine ha il significato di "cammino stretto", "gola", "burrone". La tipica laura palestinese sorgeva infatti all' interno di alcuni stretti crepacci, su versanti desolati o scarsamente coperti da vegetazione di una montagna scoscesa. Il tipo di terreno in cui sorgeva fini per designare l' istituzione.

Moltissime notizie sulle famose laure palestinesi e dei loro famosi asceti prendiamo dall' agiografo Cirillo di Scitopoli e da Giovanni Cassiano.

I dintorni della laura classica non potevano essere piu caratteristici e pittoreschi. Gli edifici centrali si appoggiavano alla roccia scoscesa, quando non erano intagliati nella stessa pietra; a volte la costruzione si articola in gradoni. Sparse tutt'intorno si innalzavano le celle dei solitari, che rimanevano nelle loro residenze individuali per tutta la settimana. In esse pregavano, leggevano, meditavano, praticavano l' ascesi e lavoravano.

Nelle laure scavate nella roccia le celle erano spesso semplici fenditure; in quelle ubicate in pianura erano costruite di mattoni cotti o seccati al sole. Normalmente erano composte di due locali: un vestibolo e una piccola camera interna. Il nucleo centrale era composto da una chiesa, una sala di riunione, un forno, un magazzino e il piu delle volte una stalla. A volte la chiesa non era che un' ampia grotta piu o meno adattata. Non mancava la foresteria, in cui venivano ospitati pellegrini e viandanti.

Tutti i sabati i solitari della laura si riunivano negli edifici centrali. Si preparavano alla synaxis domenicale e vi prendevano parte, quindi tenevano un' assemblea.

I monaci lavoravano come braccianti nella costruzione di nuovi edifici o nella manutenzione di quelli esistenti. L'egumeno assegnava loro gli incarichi di maggiordomo, infermiere, cuoco, panettiere e mulattiere.

Nelle laure c'era un unione stretta tra i solitari che la costituivano. La loro vita era soggetta alle regole; tutti erano sottomessi all' autorità dell' egumeno; il sabato e la domenica praticavano vita comunitaria.

Il primo fondatore di laure fu un monaco originario di Licaonia, di nome Caritone.

La fondazione della Laura di Faran, pochi chilometri da Gerusaleme, puo essere datata intorno al 330. Caritone fondo altre due laure: una sul monte delle Tentazioni, presso Gerico, e l' altra di nome Souka, vicino a Betlemme. Le tre laure nacquero spontaneamente, senza che Caritone lo avesse deciso. Cio che cercava era la solitudine con Dio, e nulla piu. Ma dovunque egli stabiliva, affluivano numerosi i discepoli e nasceva una laura.

 

In seconda battuta riporto qualche rilievo e considerazione personali:

-         La Laura (Suka) di S. Caritone, per intenderci vicina all’insediamento israeliano di Tekoa, si trova in uno stato miserevole dove, da un nostro survey veloce, si è potuto notare noncuranza, erbaccia che dimora qui e là distruggendo definitivamente le testimonianze di cisterne, stanze, rete idrica, la torre stessa di sud, i tanti frammenti di intonaco ancora visibili, la cisterna di epoca bizantina dove l’acqua stagnante non è più utilizzata ed il sito per il turismo, costruito dalle antichità israeliane, è in totale abbandono. Ci troviamo in piena area dei Territori Palestinesi Occupati. Chi si darà pena di prendersi cura di questa importante memoria cristiana del deserto di Giuda?

-         Altrettanto in stato di abbandono è la grotta di S.Caritone, già studiata e posta in rilievo dall’archeologo Y.Hirschfeld e dal suo staff, con un’ottimo articolo apparso sul LA 50 (2000) e di cui riporto solo alcune righe iniziali: The monastery of Chariton was one of the largest and most important in the Judean Desert. It was founded as a laura in the mid-fourth century CE. It is related that Chariton wandered southwards from the monastery of Douka (Deir el-Quruntul west of Jericho) to a place located 14 stadia (some 2.6 km) from the village of Tekoa. Se, ed è a mio avviso la verità, questo complesso fu uno dei più grandi e più importanti monasteri del Deserto di Giuda, allora abbiamo il dovere di prenderci cura e chiedere conto ad Israele o all’ANP la possibile sistemazione e cura di questa importante area;

 

Ora guardiamo qualche foto che documenta lo stato di abbandono e di incuranza:


 Si notano molti resti di strutture poste qua e là, ma senza una cura ed una didascalia
Interno della cisterna di epoca bizantina con la croce sfregiata
Interno della cisterna bizantina con acqua stagnante
Cisterna bizantina, particolare. Si notano anche i pesci!
I resti di intonaco di una vasca di raccolta acqua
Queste strutture sono "condannate" a crollare nel prossimo futuro


Salviamo la Laura di San Caritone!