martedì 28 ottobre 2014

RITROVAMENTI EPIGRAFICI A GERUSALEMME



A Gerusalemme, un’iscrizione di duemila anni fa in onore dell’imperatore Adriano

Lo straordinario reperto getta luce sulla cronologia della città fra la prima e la seconda rivolta degli ebrei contro i romani



 foto dell'iscrizione trovata

“Una delle più importanti iscrizioni latine mai scoperte a Gerusalemme”
Un monumentale frammento di pietra con incisa una scritta di duemila anni fa è stato recentemente portato alla luce dagli archeologi della Israel Antiquities Authority nel corso di scavi effettuati a Gerusalemme, poco a nord della Porta di Damasco. “Si tratta dei una delle più importanti iscrizioni latine mai scoperte a Gerusalemme”, spiegano i ricercatori.
Sulla massiccia lastra di calcare larga circa un metro è chiaramente leggibile un’iscrizione dedicata all’imperatore romano Adriano, famoso per aver attuato dure politiche anti-ebraiche tra cui disposizioni che mettevano fuori legge il rispetto del Sabato e vietavano agli ebrei di pregare e di praticare la circoncisione.
I ricercatori hanno tradotto le sei righe incise in latino: 

“All’imperatore Cesare Traiano Adriano Augusto, figlio del divo Traiano Partico, nipote del divo Nerva, sommo sacerdote, investito del potere tribunizio per la 14esima volta, console per la terza volta, padre della patria, (dedicato dalla) X Legione Fretensis Antoniniana”.

Spiegano Avner Ecker e Hannah Cotton, dell’Università di Gerusalemme, che l’iscrizione venne dedicata all’imperatore Adriano dalla Decima Legio Fretensis nell’anno 129/130 e.v e riveste estrema importanza giacché getta luce sulla data della visita dell’imperatore Adriano a Gerusalemme e sulla cronologia della ricostruzione della città dopo la sua distruzione ad opera di Tito nel 70 e.v., dimostrando che solo 60 anni più tardi era stata in gran parte ricostruita.
Secondo Rina Avner e Roy Greenwald, della Israel Antiquities Authority, la Decima Legio Fretensis (famosa anche per la sua partecipazione all’assedio di Masada) restò di guarnigione nella città in rovina dopo la prima rivolta e dedicò il monumento all’ingresso della città ad Adriano in vista della sua storica visita del 130 e.v. Due anni dopo la visita di Adriano, la provincia venne sconvolta da una seconda insurrezione giudaica contro Roma conosciuta come la rivolta di Bar Kochba.
“Siamo di fronte a una straordinaria scoperta di enorme importanza storica” dice Rina Avner, che ha diretto lo scavo, parlando davanti al Museo Rockefeller di Gerusalemme, e spiega che la lastra è stata rinvenuta durante gli scavi in una cisterna di epoca bizantina venuta alla luce in un cantiere edile su Via Nablus. Per costruire la cisterna, era stata usata come chiave di volta la pietra con l’iscrizione romana. “Nell’antichità, come oggi – spiega l’archeologa – era consuetudine riciclare materiali da costruzione, e così l’iscrizione ufficiale venne evidentemente rimossa dalla sua posizione originale e integrata nella costruzione della cisterna”.

Secondo la Israel Antiquities Authority l’iscrizione, unita a reperti precedenti, potrebbe aiutare a precisare le cause della rivolta di Bar Kochba, la sfortunata ribellione ebraica del II secolo contro i romani che segnò la definitiva perdita della sovranità ebraica e l’avvio dell’esilio nella diaspora. Le ragioni della rivolta sono tutt’ora oggetto di discussione: non è chiaro se gli ebrei fossero stati provocati da aspre misure romane o se si sollevarono in modo autonomo.
A proposito della scoperta, Avner dice che il frammento di pietra “costituisce una significativa e tangibile conferma del resoconto storico circa la presenza della X Legione a Gerusalemme durante il periodo tra le due rivolte (66-70 e 132-135 e.v.), e forse anche della posizione dell’accampamento militare della legione nella città e dunque di una delle possibili cause dello scoppio della rivolta di Bar Kokhba, terminata con l’istituzione di Aelia Capitolina, il nome che i romani imposero a Gerusalemme quando cambiarono anche il nome del paese da Giudea in Syria Palaestina, dopo aver represso nel sangue l’ultima sollevazione ebraica.

(Da: YnetNews, Jerusalem Post, Times of Israel, 21.10.14)