venerdì 7 dicembre 2012

MEMORIA DI SANT'AMBROGIO, VESCOVO DI MILANO

Un grande uomo ed un grande Vescovo!


Nato a Treviri da famiglia romana cristiana ed educato a Roma, Ambrogio era diventato governatore della Liguria e dell’Emilia. Recatosi a Milano per impedire tumulti fra cattolici e ariani nell’elezione del nuovo vescovo, venne improvvisamente acclamato lui vescovo dal popolo. Era ancora catecumeno, ma dovette accettare. Ordinato otto giorni dopo, il 7 dicembre 374, si dimostrò pastore autentico. Lottò a tutt’uomo contro il paganesimo, l’arianesimo, la disgregazione della società. Padre del poveri, soccorritore di ogni oppresso, si oppose più volte con forza al senato, all’imperatrice filoariana, all’imperatore Teodosio. Energico, costante, con vivo senso del pratico e dell’effettuabile, aveva rare doti di amministratore e d’uomo di governo. Nell’azione pastorale portò idee chiare e fermezza, dirittura di mire e senso della misura, ma soprattutto bontà e amore. Tempra di statista, avviò una politica integralmente cristiana ed ebbe altissimo il senso della libertà della Chiesa di fronte al potere imperiale e civile.
Riformò la liturgia, che da lui prese nome di «ambrosiana» e scrisse inni religiosi per il popolo. Fu un vero apostolo della carità: tutti potevano ricorrere a lui per qualunque bisogno, e giunse a vendere i vasi sacri per riscattare degli schiavi, affermando: «Se la Chiesa ha oro, non l’ha per custodirlo, ma per darlo a chi ne ha bisogno» (De officiis, II, 136). Sant’Agostino, che lo ascoltava entusiasta, fu da lui avviato alla conversione e accolto nella Chiesa. Il segreto della predicazione penetrante di Ambrogio sta in ampie e profonde meditazioni sulla sacra Scrittura. Egli è uno dei quattro grandi dottori dell’Occidente, e un vero «maestro di vita».
Eccovi uno stralcio di una sua lettera. Sottolineo il linguaggio della navigazione perchè mi è particolarmente caro.

Ambrogio scrive a Costanzo (Lettera 36 in Opera omnia 20, 1988, p. 22ss):

"Hai assunto l'ufficio episcopale e, sedendo sulla poppa della Chiesa, guidi la nave contro i flutti. Tieni saldo il timone della fede, perché le pericolose procelle di questo mondo non possano turbarti. Il mare senza dubbio è grande ed esteso, ma non temere, perché 'Egli l'ha fondata sui mari e l'ha stabilita sui fiumi'. Perciò, non senza ragione, la Chiesa del Signore, per così dire costruita sulla pietra dell'apostolo, rimane immobile tra i tanti marosi del mondo e sul suo fondamento inconcusso resiste senza tregua alla violenza del mare che infuria... Il mare è la Scrittura divina... Raccogli l'acqua di Cristo, quella che loda il Signore...l tuoi discorsi siano come acqua che scorre copiosamente, siano puri e limpidi... pieni di discernimento..." (n. 1).


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